Carver, però, va oltre alla poesia della resistenza. Vuole lasciare qualcosa che superi la soggettività dei sentimenti. Desidera donare una testimonianza che orienti coloro che rimangono. La traccia dell’amore e la domanda di senso sono i lasciti che accomunano ogni uomo. Alla poesia della “resistenza” segue l’Ultimo frammento, la poesia del “dono”. In questi pochi versi, si associano definitivamente l’amore e la realizzazione dell’uomo che affronta la fine con coscienza e rappacificazione:
E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.
Sentirsi amati, portare con sé nell’indeterminato il calore dell’affetto, la magia della tenerezza.
Spesso si considera l’Ultimo frammento, il messaggio finale di Carver. Non ho mai condiviso questa considerazione, perché ho sempre creduto che il suo testamento poetico sia da rintracciare qualche anno addietro. Nelle bellissime parole conclusive di In Svizzera si riconosce tutto il suo percorso. Possiamo definirla la poesia della “rinascita”, pochi versi che custodiscono i desideri di comprensione e infinito che animano ogni essere umano:
Tutti noi, tutti, tutti,
cerchiamo di salvare
le nostre anime immortali,
certi modi a quanto pare sono più
complicati e misteriosi di altri.
Ci stiamo divertendo qui.
Ma speriamo
che ci sarà rivelato tutto, presto.