Rita è una volontaria figlia del corso dell’anno passato e ha quasi concluso il suo tirocinio. Grazie alla sua disponibilità è attiva sia in hospice che a domicilio e dalle sue parole emerge la capacità di cogliere l’unicum in ogni incontro. Una lezione di vita che Vidas ci insegna quotidianamente e che non bisogna dare per scontata.
Sollecitare i volontari a scrivere per il nostro blog e leggere le loro parole è un dono.
Carissima Monica,
quando ho letto la tua mail, ho chiuso gli occhi per un istante e, come in una pellicola, mi sono passate davanti tutte le immagini relative a questo mio primo anno in Vidas.Il mio primo colloquio con voi, il corso frequentato, il giorno in cui comunicavate il setting assegnato ad ognuno di noi… quante emozioni! Quanta ansia e quanta preoccupazione per ciò che iniziavamo a fare!
E poi… il primo giorno in hospice insieme con il tutor, il primo giorno in casa di un paziente per l’assistenza a domicilio e ancora l’hospice e poi ancora il domicilio… E così è volato il primo anno tra ansie “da prestazione” e ansia per la “gestione” del proprio cuore!
Ora tu chiedi un “incontro che ha lasciato il segno”, ma cara Monica io non riesco proprio ad individuartene uno in particolare.
Per me ogni momento trascorso con ognuno di voi, con i pazienti e i loro parenti nel hospice, con le famiglie nel domicilio, è sempre stato un momento “unico”: sono tutti “unici nella loro particolarità e diversità”, “unici nelle proprie espressioni di vita”.
Unici perché per ognuno c’è stata un’ emozione diversa, a volte più intensa, a volte più mite, ma farne una classifica o metterne uno sul podio per me significherebbe come fare un torto a tutti gli altri.
Richiudo ancora gli occhi e le rivedo tutte le persone con cui sono venuta a contatto e tutte, con nessuna esclusione, tutte ora occupano un piccolo spazio nel mio cuore e so che li’ rimarranno per sempre.
Scusami, forse ti ho deluso, ma ciò che ti ho scritto è ciò che provo.