“Colpa delle stelle” è un romanzo di John Green del 2012, di cui pochi anni dopo, nel 2014, è stato prodotto anche un film. Un segnale inconfutabile che la storia ha avuto molto successo, nonostante tratti una tematica dolorosa e complessa come quella delle malattie negli adolescenti. Eppure, questa storia d’amore tra due ragazzi malati di cancro riesce a non essere stucchevole o strappalacrime, anzi può addirittura far sorridere e sognare anche una platea di lettori più matura.
Il libro racconta una tipica storia d’amore: Hazel e Gus si conoscono, si piacciono, si innamorano. Quello che fa la differenza è che i due si incontrano in un gruppo di supporto per ragazzi malati di cancro: lui è in remissione da un osteosarcoma, lei ha un cancro alla tiroide con metastasi ai polmoni. Lui è un ottimista di natura, lei è pragmatica e considera molti aspetti della sua vita un “effetto collaterale del morire”.
Senza spazio al pietismo ed anzi con molta capacità di ironizzare sui cliché legati alla malattia, John Green riesce a raccontare una storia a un tempo universale e particolare. Universale perché tutti hanno vissuto la forza e le contraddizioni del primo amore; particolare perché Hazel e Gus sono ragazzi che sono dovuti crescere troppo in fretta, trovandosi ogni giorno a riflettere su questioni più grandi di loro: la vita e la morte.
“Colpa delle stelle” è un libro leggero, ma che proprio per questo riesce ad avvicinare un pubblico di tutte le età ad una tematica così difficile da affrontare dalla nostra società: la malattia. E lo fa raccontando sentimenti che tutti proviamo o abbiamo provato ed evidenziando un desiderio di normalità che sembra impossibile da raggiungere, perché la parte peggiore di avere il cancro, a volte, è proprio l’evidenza fisica della malattia, che crea un divario tra chi è malato e chi è sano.
Che preferiate leggere il libro o guardare il film non importa, il nostro suggerimento è di prendere spunto da questa storia per scoprire una diversa prospettiva con cui guardare la malattia, senza retorica ma con la consapevolezza che il vivere e il morire sono due facce della stessa medaglia.