Come ci racconta Ave – volontaria e mamma di figlie e di cane – con sensibilità e delicatezza, Vidas è occasione per noi tutti di confrontarci con un’umanità spesso lontana dal nostro essere quotidiano ma che ci insegna e ci ricorda l’unicità di ognuno.
Qualche volta alle mie “colleghe” del long day salta in mente di cucinare, attività divertente ma un po’ complicata per organizzazione e gestione. L’ultima volta si è deciso di fare le tagliatelle ed io ero un po’ titubante: i nostri ospiti erano tutti uomini e non molto propensi a collaborare. Ma le mie due “colleghe”, Mariagrazia e Marzia, quelle non sono come me, hanno la grinta e l’entusiasmo di un alpinista di fronte all’Everest.
Comunque alla fine le mie perplessità sono state smentite, ci siamo divertiti tutti, anche quelli che si sono limitati a guardare il nostro sfaccendare erano visibilmente coinvolti e partecipi (poi certo l’entusiasmo ha raggiunto il suo apice al momento in cui abbiamo mangiato tutti insieme il risultato del nostro lavoro).
Ci sono persone a cui molti di noi non badano nel corso del nostro errare quotidiano, che passano inosservate, un po’ “invisibili” nel nostro mondo. Eppure queste persone spesso riescono a farti dei doni inaspettati. Oggi facevo le tagliatelle con il signor B, di cui conosco poco se non che vive ai margini della società: B girava la manovella con una fare un po’ impacciato (ad essere sinceri ero più impacciata io), ogni tanto B cercava il mio sguardo e mi sorrideva timidamente. Sembrava il sorriso ingenuo e felice di un bambino a cui è stato concesso di fare “una cosa da grandi” e sentivo la sua contentezza e la sua gratitudine vibrare nell’aria.
Sono tornata a casa con la pancia piena ed il cuore ancor di più.