Domenica 10 è stata la prima volta di Officine Buone – una onlus che raggruppa giovani artisti che donano musica negli ospedali e nelle case di cura – in Casa Vidas. Appuntamento alle 16 nel salotto della nostra degenza, un po’ di ansia come per tutte le prime volte. Alcuni pazienti accompagnati da amici e parenti a semicerchio intorno a questi tre ragazzi, Nicola, Mario e Dario – accompagnati da Ugo – che si sono esibiti per un’oretta in una sorte di competizione chitarra e voce dai cantautori italiani al rock inglese. Il tempo è volato, il signor Marco che al mattino lamentava dolori alle gambe ballava sulla sedia a rotelle e la signora Emma sdraiata nel suo letto cantava e batteva le mani a ritmo di musica. Quanta gioia e quanta vita in questo cerchio di umanità. Lo conferma Alessandra Giussani, responsabile dei volontari di Officine Buone.
Prendere un’associazione benefica fuori dagli schemi, con una modalità di fare volontariato innovativo e divertente, e farla incontrare con una grande realtà dell’associazionismo italiano come la Vidas. È quello che è successo domenica 10 Aprile a Milano, dove l’associazione Officine Buone ha portato il proprio progetto “Special Stage” nell’hospice milanese, con lo scopo di regalare ai pazienti e ai loro familiari, un pomeriggio di serenità e “sollievo”.
Quattro musicisti si sono esibiti con chitarre, voce e pianoforte (eccezionalmente al pianoforte il presidente di Officine Buone, Ugo Vivone), dando vita a un pomeriggio coinvolgente, che ha regalato attimi di serenità ai pazienti e ai loro cari, ma che sicuramente ha arricchito Officine Buone di un’ulteriore esperienza formativa nell’ambito del volontariato.
È la prima volta che portiamo il nostro progetto alla Vidas. I musicisti che hanno accolto la proposta erano molto emozionati e sono usciti dall’esperienza con una grande forza.
Come responsabile volontari, quando i pazienti o i loro familiari ci ringraziano per quello che facciamo, penso sempre che alla fine chi riceva di più a livello umano da queste esperienze siamo noi volontari.Vedere persone immobilizzate in un letto, chiedere di essere trasportare nell’atrio per poter sentire suonare e vederle poi battere le mani a tempo di musica, vederli sorridere è qualcosa che ci regala una grande emozione.
Facciamo volontariato uscendo ogni volta più carichi e stimolati nell’organizzare la data successiva… con questo continuo rilancio siamo arrivati a 56 date in 12 ospedali e istituti di cura italiani nell’ultimo anno.