Per una persona gravemente malata, un peccato di gola, un piatto sfizioso o del buon vino diventano modi speciali che aiutano a sentirsi a casa. Per questo motivo abbiamo deciso di costruire una cucina in Casa Vidas, a disposizione dei malati e dei loro famigliari.
E, come racconta la nostra fondatrice, Giovanna Cavazzoni, proprio con un bicchiere di Bonarda, fonte di ricordi e gioia, è iniziato il cammino di Casa Vidas:
“Sì, grazie. Un goccio di Bonarda, di quella buona: mi piace tanto!” Fu la risposta all’infermiera che le chiedeva quale bevanda preferisse. La Signora Maria, malata terminale di Sclerosi Laterale Amiotrofica, è stata la prima ospite di Casa Vidas. 86 anni, sola, grande dignità e un’idea chiara: “Non voglio alimentazione artificiale o pasticci del genere”. Gelati, sorbetti e bevande quelli sì, li gradiva, e a quanto ha fatto subito capire, a qualche sorso di Bonarda non intendeva rinunciare. Le ricordava il marito, un uomo semplice, onesto che ha sempre lavorato duro “e sa Signora Cavazzoni, la sera quando tornava a casa ci si sedeva a tavola io e lui soli, purtroppo non abbiamo avuto figli, ma felici. Amava la buona cucina, quella di un tempo: pasta e ceci e un buon bicchiere di Bonarda. Quel gusto mi è rimasto nel cuore, soprattutto dopo che lui è mancato. Bere alla sua salute è come stare ancora insieme a lui”.
Ci fu un po’ di trambusto: di vini in Casa Vidas ce n’erano, ma bisognava che fosse proprio quello desiderato.
Fu accontentata. E che sorriso, come di bimba, nel veder esaudito un piccolo capriccio! Spesso sono così i malati. Lo sappiamo. E noi, siamo sempre lì ad accogliere o intuire i loro desideri, grandi o minimi come questo. Ma preziosi, com’è la vita anche quando la clessidra lascia cadere i suoi ultimi granelli.