Natale mattina di qualche anno fa, ore 6: le mie bimbe arrivarono quatte quatte vicine al mio letto per sussurrarmi nell’orecchio che… “Babbo Natale era già arrivato”!!! Nonostante la nostra resistenza dopo soli 10 minuti io e Massimo – mio marito – fummo costretti ad alzarci. Fu una gran festa, almeno per le due piccole, ma solo per qualche minuto: il mio telefono squillò molto prima delle 6:30. Dall’altra parte una voce tremante di paura, sconforto e delicatezza allo stesso tempo: “la mamma sta male, mi scusi dottoressa se la disturbo così presto oggi che è Natale”.
Ancora oggi mentre lo scrivo, questo ricordo fa luccicare i miei occhi tanto profonda fu l’emozione che mi trasmise quella figlia. La mamma stava male già da qualche giorno ma quella mattina stava male di più: si trattava di una crisi respiratoria di difficile controllo. Abbracciai le mie bimbe e promisi loro che sarei tornata presto…
Trovai le strade deserte e arrivai molto rapidamente a casa della signora che mi regalò un sorriso che porto ancora nel cuore. Un sorriso che non mi aspettavo dal momento che la signora stava male. Un sorriso che venne accompagnato dalle parole della figlia: “dottoressa, grazie per essere venuta”.
La situazione era molto grave e la prognosi davvero molto breve. Faticai a lasciare quella casa, pur avendo fatto ciò potevo e dovevo. La signora morì il giorno dopo, serenamente, come mi raccontò la figlia che le era accanto.
Come me, sono molti i colleghi che possono raccontare storie di “assistenza natalizia” e a loro lancio una sfida: fatelo sulle pagine di questo blog, i vostri racconti serviranno ad aggiungere qualcosa di personale alla nostra raccolta fondi su ShinyNote “Accanto a chi soffre, anche a Natale”.