Vincenzo, ultimo nato volontario autista in casa Vidas. Chiedo a Federica, la mia compagna di scrivania , “com’è Vincenzo?”. Lei, che solitamente è un fiume in piena, mi dice semplicemente: “ Vincenzo ha gli occhi che ascoltano ed è dolcissimo”. “Lo sposo!!!” penso io. Ci ha raccontato anche lui, come già Michela, il suo primo giorno ed è già cuore Vidas.
L’esperienza di ieri è stata bellissima! Come mi è servito aspettare così tanto tempo prima di essere messo sul campo, credo di essermi preparato dentro di me ad essere vicino a persone consapevoli che tutto per loro sta finendo.
Appena arrivato Sergio mi ha parlato dei due uomini che stavamo andando a prendere. Me ne ha parlato raccontandomi in sintesi le loro vite e incontrarli è stato bello, per me. Conoscere queste persone attaccate alla vita in maniera diversa, ma sempre amandola e vivendola profondamente.
L’attività in sé è stata naturalmente facile, ma l’impatto in una struttura come Vidas è stato molto forte: respirare il dolore, la malattia, l’attesa…
In questa fase della mia vita vedere da vicino chi soffre e chi gli sta accanto credo sia molto importante per me…