Rispetto, attenzione, cura della dignità dell’altro, altruismo, sollievo dalla sofferenza. E, ancora, accoglienza e inclusione. Sono i valori a cui VIDAS ispira la propria opera. Gli stessi ai quali Viviana e Franco hanno improntato la loro vita insieme e le loro professioni – lei come giornalista, lui da medico pediatra.
Non ricordano quando l’hanno sentita la prima volta, “forse un annuncio o un articolo”, spiega Viviana, che, in anni più recenti, ha “partecipato a un corso di formazione sul biotestamento, organizzato per professionisti dei media. Il terna mi interessava personalmente. Mi aveva colpito la vostra campagna per far conoscere la legge 219 e promuovere il diritto di ciascuno di mettere per iscritto, attraverso le DAT, le proprie volontà in materia di salute e cura”.
Accade che i testatori non abbiano avuto esperienza diretta dell’assistenza, ma scelgano di sostenere VIDAS perché i suoi progetti corrispondono al cambiamento che desiderano vedere nel mondo.
È Franco a spiegare come Casa Sollievo Bimbi, in particolare, sia per loro “un luogo di cura dove situazioni come ne ho incontrate nella professione, così problematiche, vengono affrontate e gestite bene, affiancando l’intervento pubblico e, in parte, supplendo ad esso”.
L’augurio è che il loro lascito “consentirà a VIDAS di continuare con questo tipo di attività, possibilmente ampliandone la portata. La speranza è che non ci sia più bisogno di VIDAS ma, più realisticamente, il bisogno è destinato a crescere. È giusto, perciò, sostenerla perché possa continuare nella sua opera”.
E se avanti si va, è anche grazie a persone come Viviana e Franco.
Questo articolo è tratto dal Notizario “Insieme a VIDAS”.
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