Non riuscivo a ricordare dove avevo letto il brano di Enzo Bianchi ma dovevo, anzi volevo assolutamente ritrovarlo per poterlo condividere con i nuovi volontari al corso di formazione al quale Roberta mi ha chiesto di intervenire. Donarlo a loro perché credo che esprima veramente la summa del significato più profondo del donare, del donarsi. E chi, se non i nostri meravigliosi volontari, danno senso e concretezza a questi pensieri realizzandoli quotidianamente con i nostri malati. E poi, per caso, cercando altro l’ho ritrovato….
Donare è un’arte che è sempre stata difficile: l’essere umano ne è capace perché è capace di rapporto con l’altro, ma resta vero che questo «donare se stessi» – perché di questo si tratta, non solo di dare ciò che si ha, ciò che si possiede, ma di dare ciò che si è – richiede una convinzione profonda nei confronti dell’altro. Ma il dono all’altro – parola, gesto, dedizione, cura, presenza – è possibile solo quando si decide la prossimità, il farsi vicino all’altro, il coinvolgersi nella sua vita, il voler assumere una relazione con l’altro. Allora, ciò che era quasi impossibile e comunque difficile, faticoso, diviene quasi naturale perché c’è in noi, nelle nostre profondità la capacità del bene: questa è risvegliata, se non generata, proprio dalla prossimità, quando cessa l’astrazione, la distanza, e nasce la relazione.
Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose.
Dono, gratuità, generosità, altruismo, nobiltà d’animo. Quante volte usiamo questi termini nei nostri scritti Vidas. Termini che profondamente ci appartengono e non è così scontato. Basta guardarci intorno, basta ascoltare per venir sommersi da un loro continuo utilizzo, gridato, urlato, abusato, soprattutto a Natale, ma alla fine profondamente vuoto. Invece le parole hanno un’anima ma ce l’hanno quando sono veramente vissute, realizzate, condivise. E in Vidas è proprio così, non solo per il patrimonio insostituibile dei nostri volontari ma anche per le tante persone che ci circondano: i nostri soci, i nostri consiglieri, i nostri membri del Comitato Scientifico, i nostri relatori a Convegni e Seminari, senza dimenticare le persone e rappresentanti di Aziende, Banche e Fondazioni che ci sostengono in tanti modi diversi (guardatevi in giro in questi giorni “Vidas c’è, anche a Natale” la nostra campagna tappezza Milano grazie alla gratuità degli spazi). E infine, ma non ultimo, anche la stampa i tanti giornalisti che con sensibile attenzione danno eco alla nostra opera.
Non è bellissimo tutto questo? Io sono entusiasta e volevo condividerlo con voi! Alla prossima con un GRAZIE.