Una riflessione sul significato più profondo del donare, del donarsi, ispirata da un brano di Enzo Bianchi, monaco cristiano e saggista, fondatore della Comunità monastica di Mose, a Magnano, del quale è stato priore fino al 2017. L’atto della donazione è insito nell’attività di VIDAS, non solo grazie ai molti sostenitori che contribuiscono ad assicurare alle persone con malattie inguaribili assistenza qualificata e affettuosa, ma anche grazie ai volontari che regalando il loro tempo danno senso e concretezza a questa parola, affiancando quotidianamente i pazienti e le loro famiglie.
“Donare è un’arte che è sempre stata difficile: l’essere umano ne è capace perché è capace di rapporto con l’altro, ma resta vero che questo «donare sé stessi» – perché di questo si tratta, non solo di dare ciò che si ha, ciò che si possiede, ma di dare ciò che si è – richiede una convinzione profonda nei confronti dell’altro. Ma il dono all’altro – parola, gesto, dedizione, cura, presenza – è possibile solo quando si decide la prossimità, il farsi vicino all’altro, il coinvolgersi nella sua vita, il voler assumere una relazione con l’altro. Allora, ciò che era quasi impossibile e comunque difficile, faticoso, diviene quasi naturale perché c’è in noi, nelle nostre profondità la capacità del bene: questa è risvegliata, se non generata, proprio dalla prossimità, quando cessa l’astrazione, la distanza, e nasce la relazione”.
(Enzo Bianchi, fondatore delle Comunità di Bose)
Dono, gratuità, generosità, altruismo, nobiltà d’animo: questi termini, spesso abusati in altri contesti, appartengono profondamente al contesto che circonda l’attività di VIDAS. Basta guardarci intorno, basta ascoltare per venir sommersi da un loro continuo utilizzo, gridato, urlato, abusato, soprattutto a Natale, ma alla fine profondamente vuoto. Invece le parole hanno un’anima solo quando sono veramente vissute, realizzate, condivise. E in VIDAS è proprio così, non solo per il patrimonio insostituibile dei nostri volontari, ma anche per le tante persone che ci circondano: i nostri soci, i nostri consiglieri, i nostri membri del Comitato Scientifico, i nostri relatori a convegni e seminari, senza dimenticare aziende, banche e fondazioni che ci sostengono in tanti modi diversi. E infine, ma non ultimo, anche i tanti giornalisti che con sensibile attenzione danno eco alla nostra opera.
Tutto questo è bellissimo e contribuisce a rendere il lavoro dei nostri operatori ricco di un maggiore significato, perché il senso del donare diventa più profondo se condiviso e apprezzato anche dagli altri.