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LA RICERCA DI FONDAZIONE GIANCARLO QUARTA ONLUS

Progetto scuole Fondazione Quarta

La Fondazione Giancarlo Quarta Onlus, ha condiviso il progetto di alternanza scuola-lavoro di Vidas, attraverso una ricerca esplorativa per comprendere cosa pensano “i nuovi ragazzi del ‘99” su temi come Salute, Malattia, Corpo, Stili di Vita e Relazione Medico Paziente.

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UN PONTE CHIAMATO RICONOSCIMENTO RECIPROCO

La ricerca di Fondazione Giancarlo Quarta Onlus, nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro di Vidas, per comprendere cosa pensano “i nuovi ragazzi del ‘99”

La Fondazione Giancarlo Quarta Onlus si occupa di studiare la relazione medico paziente. Da sempre attenta al mondo dei giovani, ha condiviso il progetto di alternanza scuola-lavoro di Vidas, attraverso una ricerca esplorativa per comprendere cosa pensano “i nuovi ragazzi del ‘99” su temi come Salute, Malattia, Corpo, Stili di Vita e Relazione Medico Paziente. Abbiamo quindi coinvolto i ragazzi non solo come “soggetti di intervista” ma anche come “ricercatori”. Il progetto è stato strutturato in tre incontri.

Nel primo i ragazzi venivano intervistati singolarmente e, in seguito, in gruppo, approfondivano i temi dell’intervista e relazionali connessi. Nel secondo incontro, dopo aver fornito loro alcuni rudimenti sulle tecniche d’intervista e i vari stili di ascolto, hanno assunto il ruolo di intervistatori.

Nella settimana successiva infatti, ogni ragazzo ha intervistato 4 coetanei su questi temi. Infine, in un incontro conclusivo, i ragazzi, in veste di ricercatori, esponevano quanto raccolto sul campo, e approfondivano gli argomenti di maggior interesse. Senza anticipare i risultati della ricerca, ha colpito la serietà, l’impegno, la creatività e la curiosità che i ragazzi hanno espresso nel lavoro e per il tema. È stato ricorrente, se non unanime, l’apprezzamento da loro espresso per essere stati interpellati su argomenti non così frequenti nei loro discorsi abituali, che hanno dato loro occasione per ripensarsi da un differente punto di vista, su questioni intime ed esistenziali. Tutto ciò non è sorprendente in assoluto, ma rispetto alla visione stereotipata che spesso abbiamo delle giovani generazioni.

La cronaca, orientata ai fenomeni di devianza, tende a in-formarci su rappresentazioni acritiche della realtà. Si tratta, ancora una volta, della scoperta dell’ovvio: l’attenzione e il coinvolgimento dell’altro consentono di costruire ponti tra differenze vere o presunte e di cogliere la sua autenticità manifesta o inespressa, innescando un processo di riconoscimento reciproco, che genera responsabilità e consente la libera e autonoma espressione delle individualità di ciascuno.

Alan Pampallona
Managing director

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