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Storia

La storia di VIDAS prende avvio nei primi anni ’80 quando la morte era considerata un tabù e la frase “non c’è più nulla da fare” era una sentenza che condannava il malato terminale alla solitudine. Anche grazie all’assistenza offerta da VIDAS a chi soffre e a un intenso lavoro di sensibilizzazione culturale, oggi non è più così: chi non può più guarire riceve cure competenti e amorevoli, perché il suo cammino diventi un tempo degno di essere vissuto.

1982

28 MAGGIO 

Dal sogno di una sedicenne alla realtà: nasce VIDAS

L’idea di Giovanna Cavazzoni germoglia grazie al supporto di Mario Usellini. Il 28 maggio del 1982 con atto pubblico del notaio Lodovico Barassi nasce ufficialmente l’Associazione “VIDAS – Volontari Italiani Domiciliari per l’Assistenza ai Sofferenti”. Sono soci fondatori Urbano Aletti, Anna Bartolini, Mario Bassani, Maria Grazia Bevilacqua, Alessandro Bianchi, Diana Bracco, Nora del Torre, Teresita Camagni Hangeldian, Giorgio Caniato, Giovanna Cavazzoni, Alberto Falck, Francesco Faletti, Franco Ferrante, Virginio Floriani, Franco Gerelli, Antonio Magnocavallo, Roberto Tiberi, Mario Usellini (primo Presidente della neonata Associazione), Giuseppe Vigorelli. Sono 20 i malati assistiti in quell’anno dai primi volontari.

1983

5 GIUGNO 

La nascita della Fondazione VIDAS
col supporto di Livio Garzanti

Nel maggio 1983 Livio Garzanti, già benefattore dell’Associazione, decide di fare un’ingente donazione: di comune accordo, Giovanna Cavazzoni e Mario Usellini decidono di destinare questi fondi alla rimozione dell’immenso ritardo culturale con cui l’Italia affrontava i problemi dei malati terminali. Il 5 Luglio 1983 viene così costituita la Fondazione VIDAS, con scopi statutari – oltre all’erogazione di mezzi necessari allo svolgimento dell’attività della Associazione – attività di ricerca, di studio, di realizzazione e promozione di tutte le forme di assistenza dirette ad alleviare le sofferenze dei malati, formazione degli operatori sociosanitari e dei volontari, nonché attività di informazione ed arricchimento socio-culturale aperte al pubblico. Presidente fino al 1988 è Ida Etro du Chène de Vere.

1984

 

Nasce l’“Ospedale in casa”:
la prima équipe multidisciplinare

Le schiere di volontari vengono integrate e sostenute nel 1984 dalla prima équipe multidisciplinare, composta da operatori specializzati in terapia del dolore e cure palliative. Inizia il cammino di cure professionali a domicilio, definite “Ospedale in casa”: un faticoso nomadismo che si spinge fino alle periferie più degradate e alle campagne, ogni giorno dell’anno a qualunque ora del giorno e della notte.

1988

 

Cambio al vertice

Franco Brambilla succede a Mario Usellini in qualità di Presidente. Dopo due anni, nel 1990, la carica passerà ad Angelo Corridori.

1990

 

Mario Usellini diventa presidente
di Fondazione VIDAS

Mario Usellini succede a Ida Etro du Chène de Verre in qualità di Presidente, carica che mantiene ancora attualmente.

1992

 

L’incremento costante e la creazione
della seconda équipe

Nel 1992, in contemporanea col decennale dell’Associazione, viene lanciata la sottoscrizione per la creazione della seconda équipe: i malati assistiti sono cresciuti dai 20 del 1982 ai 350 l’anno nel 1991, ma le mani tese verso VIDAS sono ancora molte. L’”Ospedale in casa” VIDAS è al momento l’unico modello italiano esclusivamente privato di assistenza domiciliare completa e gratuita.

1995

 

Giovanna Cavazzoni diventa Presidente

Nel 1995 la fondatrice Giovanna Cavazzoni succede ad Angelo Corridori alla presidenza di VIDAS, carica che manterrà fino al marzo 2015.

1997

 

La terza équipe col sostegno
del maestro Abbado

La crescita di VIDAS non si arresta: nel 1997 viene lanciata la sottoscrizione per la creazione della terza équipe, con l’obiettivo di aumentare la capacità assistenziale dagli attuali 100 a 150 malati curati in media ogni giorno. Tra le manifestazioni, un concerto straordinario del maestro Claudio Abbado – accanto all’Associazione nel 1983, quando dedicò un “Lohengrin” al suo battesimo ufficiale – al Teatro Valli di Reggio Emilia.

2002

 

Dall’ospedale in casa alla casa ospedale

Dopo 20 anni di un servizio domiciliare che è un ospedale senza mura, nasce nel 2002 il desiderio di dare vita a una vera “casa ospedale”: la prima struttura residenziale privata no-profit in Milano. Il Consiglio Comunale, presieduto da Giovanni Marra, presente il Sindaco Gabriele Albertini, nella seduta del 22 aprile 2002, delibera la costituzione, a favore della Fondazione VIDAS, di un diritto di superficie quarantacinquennale sull’area di proprietà comunale dove dovrà sorgere l’hospice. Con l’aiuto dei testimonial “milanesi doc” Franco Baresi, Lella Costa, Carla Fracci, Piero Mazzarella, Mariangela Melato, Ottavio Missoni, Giovanni Raboni, Beppe Severgnini viene lanciata la sottoscrizione per la costruzione; con il procedere della costruzione si aggiungono Enrico Ruggeri e Sergio Muñiz, che decide di destinare a Casa VIDAS la sua vincita all’Isola dei Famosi.

2006

13 ottobre 

Viene inaugurato l’hospice Casa VIDAS

Nel 2006 viene inaugurato l’hospice Casa VIDAS. La signora Maria è la prima malata a varcare le porte della struttura il 21 luglio e a portare un po’ di trambusto con le sue richieste particolari: a gelati, sorbetti e un goccio di Bonarda non voleva proprio rinunciare. E gli operatori furono subito pronti ad accontentare lei e i tanti malati che sarebbero venuti in seguito all’inaugurazione ufficiale del 13 ottobre.

2007

 

L’offerta di servizi si amplia con
l’attivazione del Day Hospice

Nel 2007 viene inaugurato il Day Hospice, in un ampio spazio al pianoterra dell’hospice, con lo scopo di offrire assistenza sociosanitaria oltre a consulenza psicologica/sociale a pazienti ancora autosufficienti. Dal 2011, il Day Hospice viene ampliato con le attività diversionali in long day per fornire un servizio in più ai malati e ai loro famigliari, anch’essi bisognosi di essere sollevati dalla spesso stressante assistenza continuativa al loro congiunto.

2012

 

Nasce il progetto Social in House

Nel 2012 col sostegno di Fondazione Cariplo, Comune di Milano e Fondazione Berti nasce il progetto Social in House per operare attraverso mini équipe specializzate di assistenti sociali, psicologi e volontari di grande esperienza in situazioni di forte degrado in cui, accanto al malato terminale, c’è la compresenza di persone portatrici di più devianze e disagi sociosanitari o sono presenti condizioni di estrema povertà.

2015

 

Ferruccio de Bortoli diventa Presidente

Ad aprile del 2015 Giovanna Cavazzoni passa il testimone della presidenza di Associazione VIDAS a Ferruccio de Bortoli, attualmente in carica.

Il progetto pediatrico

Dal 2015 è attivo un servizio domiciliare pediatrico per bambini e adolescenti affetti da malattie inguaribili in fase avanzata, prima fondamentale tappa di un servizio integrato di cure palliative pediatriche che si articola, come per gli adulti, su tre percorsi assistenziali: a domicilio, spazio ideale di cura per il bambino e la famiglia, con l’intervento di équipe pediatriche specialistiche, e in Casa Sollievo Bimbi, in Day Hospital pediatrico o nel reparto degenza.

2016

 

Muore Giovanna Cavazzoni

Il 20 maggio 2016 muore la fondatrice di VIDAS Giovanna Cavazzoni, pochi mesi prima che iniziasse la costruzione del suo ultimo sogno: a ottobre avrebbero preso avvio i lavori per la costruzione di Casa Sollievo Bimbi, l’ultima tappa del suo grande progetto di assistenza ai sofferenti.

2019

GIUGNO 

Apre Casa Sollievo Bimbi

A giugno Casa Sollievo Bimbi apre le sue porte al primo piccolo paziente, Geku. Il nostro hospice è la prima struttura residenziale in Lombardia per le cure palliative pediatriche, il tentativo è quello di costruire una équipe allargata in cui quella di VIDAS sia uno degli elementi in cordata con le struttura ospedaliere, i pediatri i servizi territoriali e le scuole.

Come abbiamo riorganizzato l'hospice per via del Covid

2022

MAGGIO 
Come abbiamo riorganizzato l'hospice per via del Covid

40 anni di amore per la vita

VIDAS celebra un compleanno importante ringraziando tutte le persone, amici, sostenitori, operatori, volontari, familiari e beneficiari, che, generosamente, hanno dato senza chiedere nulla in cambio.
Persone che, quando le ringrazi, si stupiscono sempre. Perché danno solo per la gioia di dare.

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