Ti serve assistenza sanitaria?
31.03.2025  |  Approfondimenti

Differenza tra eutanasia e suicidio assistito: cosa dice la legge sul fine vita

Cos’è l’eutanasia, come si distingue dal suicidio assistito e dalla sedazione palliativa. Scopri cosa dice la legge in Italia.

Condividi

L’eutanasia è uno dei temi più delicati e complessi della nostra società. Dietro questa parola si intrecciano domande difficili e, spesso, il dibattito si ferma alla contrapposizione tra posizioni diverse, dimenticando che parlare di eutanasia significa, prima di tutto, parlare del tema della dignità della vita fino alla fine e di come tutelare la libertà di scelta chi soffre.

Scegliere di porre fine alla propria esistenza anticipatamente e consapevolmente, a causa di una malattia, menomazioni o condizioni psichiche che hanno minato la qualità e la dignità della propria vita, divenuta per la persona intollerabile è il significato profondo dell’eutanasia. In questo articolo approfondiamo cos’è l’eutanasia, come si differenzia dal suicidio assistito, cosa prevede la legge italiana sul fine vita e qual è il ruolo delle cure palliative di fronte a queste scelte. Perché conoscere, capire e informarsi fino in fondo è il primo passo per affrontare temi così delicati con consapevolezza e rispetto.

Che cos’è l’eutanasia? Etimologia e definizione

Il termine “eutanasia” significa letteralmente “buona morte” (dal greco eu-thanatos) e, in medicina, indica l’atto volontario e consapevole volto a porre fine alla vita di una persona che ne faccia esplicita richiesta per alleviare sofferenze intollerabili e garantirle una morte dignitosa. Colloquialmente, l’eutanasia viene spesso definita anche “morte dolce”, proprio per esprimere l’idea di una morte senza sofferenza.

Anche la Federazione Cure Palliative fornisce una spiegazione del termine definendola come “L’uccisione di un soggetto consenziente in grado di esprimere la volontà di morire. Essa può essere praticata nella forma del suicidio assistito (con l’aiuto del medico al quale la persona si rivolge per la prescrizione di farmaci letali per l’auto-somministrazione) o nella forma dell’eutanasia volontaria in senso stretto, con la richiesta al medico di essere soppresso nel presente o nel futuro.”

La richiesta di eutanasia, nei paesi dove questa pratica è lecita, viene dunque soddisfatta dopo un percorso che permette alla persona di effettuare una scelta consapevole e libera
Non fanno parte del concetto di eutanasia né l’astensione o la sospensione di trattamenti (regolata in Italia dalla Legge 219/2017) non più utili, né la sedazione palliativa profonda. Allo stesso modo, non va confusa con l’eutanasia la scelta di rinunciare all’accanimento terapeutico, cioè a interventi sproporzionati e gravosi che prolungano la vita senza alcun beneficio reale.

Differenza tra eutanasia e suicidio assistito

C’è spesso molta confusione quando si parla di fine vita: parole come eutanasia e suicidio assistito vengono usate come se fossero sinonimi o confuse con altre pratiche di cura. In realtà, eutanasia e suicidio assistito sono due forme di uno stesso gesto consapevole: scegliere di porre fine alla propria vita, quando la sofferenza diventa intollerabile. Due pratiche diverse su cui è importante fare chiarezza.

Definizione di suicidio assistito

Mentre l’eutanasia volontaria in senso stretto è la forma di eutanasia in cui è un medico a somministrare direttamente al paziente i farmaci che portano alla morte, su esplicita richiesta della persona stessa, il suicidio assistito è l’atto del porre fine alla propria esistenza in modo consapevole mediante l’autosomministrazione di dosi letali di farmaci da parte di un soggetto che viene appunto “assistito” da un medico (in questo caso si parla di suicidio medicalmente assistito) o da un’altra figura che rende disponibili le sostanze necessarie. Di regola avviene in luoghi protetti dove soggetti terzi si occupano di assistere la persona per tutti gli aspetti correlati all’evento morte (ricovero, preparazione delle sostanze, gestione tecnica e legale post mortem).

Per quanto le due pratiche siano accomunate dalla volontarietà della richiesta e dall’esito finale, ci sono almeno due sostanziali differenze tra eutanasia e suicidio assistito:

In entrambi i casi, queste richieste vengono sottoposte alla valutazione di commissioni di esperti e al parere di più medici, diversi da quelli che hanno in cura il paziente. Solo dopo un’accurata analisi delle sue condizioni cliniche, della compromissione della qualità della sua vita e della sua piena libertà decisionale, gli viene data la possibilità di accedere agli interventi, solo nei paesi in cui sono consentiti. 

Suicidio medicalmente assistito in Italia e nel mondo

In Italia l’eutanasia attiva resta vietata, ma in alcuni casi specifici è possibile accedere al suicidio medicalmente assistito, come stabilito dalla Sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale.
La Corte ha individuato quattro requisiti che possono giustificare un aiuto al suicidio:

Tuttavia, non esiste una legge nazionale che disciplini in modo organico tempi, procedure e modalità per accedere al suicidio assistito. Anche se, recentemente, la Regione Toscana ha approvato la prima legge regionale sul fine vita che stabilisce linee guida pratiche per garantire l’accesso al suicidio assistito nel rispetto della sentenza costituzionale, definendo requisiti, tempi e modalità operative.

Nel mondo, diversi Paesi europei e non europei hanno legislazioni più definite sul tema: Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Canada prevedono sia l’eutanasia volontaria sia il suicidio assistito; la Svizzera ammette solo il suicidio assistito.
Il dibattito rimane aperto e profondamente legato a questioni etiche, giuridiche e culturali, ma ovunque mette al centro lo stesso tema: la dignità e la libertà di scelta di ogni persona di fronte alla sofferenza estrema.

Eutanasia in Italia: situazione normativa e legale

Mentre il suicidio assistito è legittimato ma non praticato nella maggior parte delle regioni (ad eccezione della Toscana), in Italia praticare l’eutanasia costituisce ancora un reato punibile ai sensi dell’articolo 579 (Omicidio del Consenziente) e dell’articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio). 

Diverso è il caso della sospensione delle cure, che è un diritto riconosciuto dall’articolo 1 della Legge 219/2017: questa norma stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito senza il consenso libero e informato della persona interessata, salvo eccezioni previste dalla legge.

Accanto a questo diritto, la sedazione palliativa rappresenta un altro strumento fondamentale delle cure di fine vita: consiste nella somministrazione controllata di farmaci sedativi per ridurre la coscienza di una persona in fase terminale, con l’obiettivo di alleviare sofferenze non più controllabili in altro modo. Non accelera la morte, ma garantisce sollievo quando dolore e sintomi diventano insostenibili, sempre nel rispetto della dignità e della volontà della persona.

Perché l’eutanasia attiva non è ancora legale in Italia

Il dibattito etico sull’eutanasia attiva è ancora aperto in Italia, dove le posizioni contrarie evidenziano il rischio di banalizzare il valore della vita e di creare possibili abusi verso chi è più fragile. 

Dal punto di vista religioso, la posizione del Vaticano è chiara: la vita è sacra e non può essere interrotta volontariamente, perché nessuno può disporne fino in fondo.

Sul piano culturale e politico, molti temono che una legge possa indebolire l’impegno a garantire cure, assistenza e sollievo dal dolore, preferendo scorciatoie invece di investire in cure palliative e accompagnamento. Chi invece è favorevole rivendica il diritto di scegliere come affrontare la fine della vita, soprattutto di fronte a sofferenze intollerabili. 

L’Associazione Luca Coscioni, da anni impegnata in particolar modo su questi temi, sostiene campagne e iniziative per rendere possibile una legge che regoli in modo chiaro l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito, affermando il principio di autodeterminazione della persona malata. Tuttavia è un confronto ancora aperto, che mette al centro la dignità, la libertà e il rispetto delle convinzioni di ciascuno.

Dove è legale l’eutanasia e come funziona

La diffusione della pratica delleutanasia nel mondo è molto varia. In Olanda l’eutanasia è legale dal 2002 e il suicidio assistito dal 2004, anche ai minori di età superiore ai 12 anni, purché con il consenso dei genitori fino ai 16 anni.
Nei Paesi Bassi devono sussistere una serie di condizioni, tra cui la piena e consapevole volontà di porre fine alla propria vita e la sussistenza di sofferenze insopportabili, nonché l’assenza di un’alternativa ragionevole

Anche negli USA l’aiuto a morire è consentito, ma solo in alcuni stati come New Jersey, Washington State e Oregon

Nella vicina Svizzera, invece, è consentito solo il suicidio assistito, le richieste sono almeno quintuplicate dai primi anni 2000 ad oggi, a causa della vicinanza geografica con l’Italia e della relativa accessibilità della pratica, che hanno indotto anche molti nostri connazionali a scegliere questo territorio per l’assunzione del farmaco letale.

Modalità di accesso e procedure per l’eutanasia e la morte assistita

Nei Paesi dove l’eutanasia e il suicidio assistito sono legali, l’accesso a queste pratiche è regolato da protocolli precisi di tipo clinico, legale e psicologico. L’obiettivo è garantire che la scelta sia davvero consapevole, libera da pressioni esterne e rispettosa della volontà della persona. In generale, i passaggi comuni prevedono:

Questi protocolli possono variare da Paese a Paese, ma condividono la stessa finalità: assicurare che una decisione così estrema sia l’esito di una scelta personale, lucida e pienamente informata.

Eutanasia in Svizzera: modalità e costi

In Svizzera l’eutanasia attiva resta vietata, ma è legale il suicidio medicalmente assistito, purché non motivato da interessi egoistici. L’accesso avviene principalmente tramite associazioni private specializzate che accompagnano la persona in tutte le fasi, dal consulto iniziale fino all’assistenza finale.

Il percorso prevede la presentazione di cartelle cliniche dettagliate, una valutazione medica e psicologica per confermare la volontà libera e consapevole, e la prescrizione di farmaci letali che la persona assume in autonomia, alla presenza di personale qualificato.

Per chi arriva dall’estero, i costi del suicidio assistito in Svizzera variano a seconda dell’associazione e dei servizi inclusi: si stima una fascia di prezzo tra 10.000 e 12.000 euro, a cui si aggiungono le spese di viaggio, eventuale soggiorno e pratiche burocratiche.

Il ruolo delle cure palliative rispetto all’eutanasia

Le cure palliative rappresentano una risposta concreta per alleviare sofferenza e garantire la migliore qualità di vita possibile, soprattutto quando non è più possibile guarire. 

Nel suo documento “Riflessioni bioetiche sul suicidio medicalmente assistito”, il Comitato Nazionale per la Bioetica ha ribadito che le cure palliative non possono essere assimilate all’eutanasia o al suicidio assistito, ma anzi offrono una via diversa: prima di valutare qualunque intervento che anticipi la morte, ogni persona dovrebbe poter accedere a cure palliative complete e specifiche, da accettare o rifiutare in piena libertà. Garantire cure adeguate significa anche evitare che scelte come l’eutanasia o il suicidio assistito siano la conseguenza di un abbandono o di una sofferenza non alleviata.

Noi di VIDAS da oltre quarant’anni siamo accanto a chi affronta malattie inguaribili con i nostri servizi in cure palliative, portando assistenza domiciliare, accoglienza nei nostri hospice, supporto psicologico e sostegno al lutto per le famiglie.
Offriamo anche uno sportello dedicato per accompagnare chi desidera preparare le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), aiutando a definire con chiarezza le proprie volontà su quali trattamenti sanitari accettare in previsione di una futura ed eventuale incapacità di autodeterminarsi. Crediamo, infatti, nella cultura della cura e nella necessità di sensibilizzare su temi fondamentali come il diritto alla scelta, il fine vita e l’importanza di un accompagnamento rispettoso e umano. Per questo, promuoviamo attività di divulgazione e confronto, contribuendo a diffondere una visione consapevole e aperta sulle grandi domande dell’esistenza. Perché ogni persona è al centro di tutto quello che facciamo e la nostra missione è ascoltare, accompagnare, rispettare le scelte e alleviare la sofferenza, con delicatezza e proteggendo la dignità di ogni essere umano.

Scopri tutte le categorie di racconti VIDAS

Operatori
Scopri ora
Volontari
Scopri ora
Donatori
Scopri ora

Scopri tutte
le categorie
di racconti
VIDAS

Novità

La sezione novità è dedicata a te, per rimanere sempre al passo con ciò che succede in VIDAS: qui troverai tutti gli aggiornamenti sulle attività e le nuove possibilità per sostenerci, i prossimi eventi e le iniziative culturali in programma.
Scopri tutti gli articoli

Cultura

Un’intensa attività culturale affianca da sempre quella assistenziale: in questa sezione approfondirai la filosofia ispiratrice di VIDAS e aprirai la mente a una riflessione più ampia su tematiche esistenziali e sociali, sul vivere e sul morire.
Scopri tutti gli articoli
back to top
Stai navigando con Internet Explorer, non tutte le funzionalità di questo sito vengono garantite su questo browser. Per navigare il sito in sicurezza ti consigliamo di usare Chrome, Safari o Firefox.