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20.10.2021  |  Cultura

La Death Education come intervento educativo per imparare a parlare di morte

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Parlare di morte ci spaventa, evitare di trattare questo argomento ci fa credere di poterlo tenere lontano da noi, come se non ci riguardasse. La modalità educativa della Death Education implica invece l’accettazione della morte come naturale conseguenza della vita, senza la quale non avrebbe senso il normale trascorrere delle nostre giornate, che, come ogni altra cosa, hanno un inizio e una fine. Vediamo dunque quali sono i percorsi più appropriati da intraprendere per educare alla finitudine e le figure professionali più adeguate ad accompagnare adulti e bambini in questo processo.

death education: come accettare la morte

Cos’è la Death Education

La Death Education è un approccio educativo che si pone come obiettivo quello di incentivare la riflessione sulla morte, intesa come naturale conseguenza della vita. Educare alla morte significa includerla in un processo evolutivo inevitabile per ciascuno di noi e che ci appartiene più di quanto pensiamo. Quando perdiamo una persona cara, ci dimostriamo spesso impreparati a questo evento e alle diverse fasi di elaborazione del lutto che dobbiamo affrontare per prendere consapevolezza del nostro dolore. Nonostante siamo apparentemente consapevoli che la morte fa parte del ciclo della vita, cerchiamo sempre di evitare di parlarne, come se fosse un evento lontano da noi.

La Death Education intende proprio scardinare questa impostazione, riconoscendo ed educando alla corretta integrazione tra vita e morte, intese come l’una conseguenza dell’altra. Incoraggiare a riflettere e parlare correttamente della morte è l’assunto da cui parte chi insegna Death Education, in tutti e tre i livelli di prevenzione in cui agisce:

  1. primaria, quando la morte non è un evento imminente;
  2. secondaria, se invece sta per verificarsi la perdita di una persona cara;
  3. terziaria, nel momento del lutto, quando la perdita è già avvenuta.

In realtà si parla di DeEd a tutti gli effetti solo nel primo caso, mentre nel secondo e nel terzo si parla di DeEd per l’elaborazione del lutto anticipatorio o completo. Questo perché molti studiosi sottolineano l’importanza di confrontarsi genericamente sul tema della morte quando è ancora un concetto lontano, e non aspettare che la morte si verifichi per imbattersi in un percorso di DeEd che, pur risultando essere di supporto, implica un coinvolgimento emozionale, cognitivo e relazionale differente. Ad oggi, tuttavia, i percorsi di educazione alla morte sono attuati per lo più in fase secondaria e terziaria.

L’educazione dei bambini alla morte

Un buon intervento di educazione alla morte, agito nella fase di prevenzione primaria, permette di ridurre i fattori di rischio che potrebbero sorgere durante l’elaborazione di un lutto. Infatti, è molto più facile comprendere la morte quando non è strettamente legata alla perdita di una persona cara e pertanto può essere affrontata in modo graduale e se possibile anticipato rispetto all’evento luttuoso. Questo approccio educativo vale per gli adulti, ma ancor più per i bambini, che spesso riteniamo incapaci di comprendere una morte e che tendiamo a preservare dalle notizie di perdita e lutto, evitando di metterli a conoscenza di ciò che sta per succedere o che è già successo (per maggiori approfondimenti leggi anche: “Come preparare i bambini all’elaborazione di un lutto”).

In realtà i bambini sono in possesso di tutti gli strumenti necessari per accettare la morte, ma vanno educati a pensarla come un evento naturale, che fa parte della vita di tutti noi. Un percorso di Death Education con i bambini va avviato con il supporto di un’équipe multidisciplinare, composta almeno da uno psicologo e da un pedagogista, professione molto complessa che si occupa di processi educativi e formativi e dei bisogni ad essi correlati, sia degli adulti che dei bambini.

Approccio letterario

Un altro degli approcci possibili all’educazione di un bambino alla morte include la letteratura.

Esistono infatti numerosi libri per bambini sulla morte che permettono ai più piccoli una identificazione delle proprie emozioni con quelle dei personaggi descritti, aiutandoli così a dar voce ed esprimere il proprio dolore.

Il servizio di supporto al lutto di VIDAS

VIDAS offre un servizio di sostegno psicologico al lutto per tutti coloro che sentono l’esigenza di essere accompagnati durante il doloroso percorso di elaborazione di un lutto. Le modalità di sostegno sono diverse, a seconda delle esigenze di chi le richiede. Per maggiori informazioni è possibile scaricare la brochure informativa o contattare il numero 02.3008081.

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