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16.06.2025  |  Volontari

Fare volontariato e fiorire

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Studentessa di Medicina e volontaria in VIDAS, Ilaria racconta il suo percorso a Casa Sollievo Bimbi: un’esperienza che l’ha aiutata a superare pregiudizi, a scoprire nuovi modi di comunicare con i bambini e a crescere, dentro e fuori dall’hospice

Per Ilaria, studentessa universitaria di 23 anni, il volontariato in VIDAS è nato da un desiderio semplice e profondo: mettersi al servizio di chi è più fragile.
“Sapevo già cosa fa VIDAS e mi è sempre piaciuta l’idea di fare qualcosa di concreto per chi sta male”, racconta. “In particolare, a Casa Sollievo Bimbi mi prendo cura di bambini con malattie degenerative, ma non solo. È un ambiente che sentivo familiare anche grazie a mia mamma, che lavora in un hospice: lei mi ha introdotta a questa realtà e poi ho deciso di approfondirla in autonomia”.

Il percorso di studi di Ilaria, al quinto anno di Medicina, le aveva già offerto alcune esperienze in ambito sanitario, ma il volontariato le ha aperto nuove prospettive.
“Molti miei coetanei, quando scoprono che faccio volontariato in un hospice pediatrico, mi dicono: ‘Io non ce la farei mai ad andare tutti i sabati a vedere bambini malati’. Io invece cerco di superare quell’idea iniziale: non penso all’hospice solo come a un luogo di dolore, ma come a un luogo dove è possibile costruire relazioni, condividere momenti.

“All’inizio anche io avevo dei pregiudizi, ma poi ho scoperto che ci sono tante possibilità di connessione, di gioco, di presenza”.

Nel suo servizio a Casa Sollievo Bimbi, Ilaria ha imparato a comunicare in modi nuovi: “Alcuni bambini comunicano in modi diversi da quelli a cui siamo abituati. Ho capito che basta anche solo stare in silenzio, tenersi per mano, leggere una storia. Anche senza parole, si può creare una relazione profonda. Ho scoperto strumenti come la musica o le vibrazioni, che sono molto coinvolgenti per loro. Ogni turno mi insegna qualcosa”.

Anche nella vita di tutti i giorni, quello in Casa Sollievo Bimbi è un percorso che lascia tracce. “Questa esperienza mi aiuta a stare più in ascolto, a rispettare i tempi dell’altro, a entrare in relazione in modo più paziente e profondo. E poi ti cambia fuori da VIDAS: ti fa apprezzare le cose quotidiane, ti dà prospettiva. Esco dai turni stanca, ma piena: è una stanchezza che sa di soddisfazione”.

I giovani e il volontariato in VIDAS

Secondo Ilaria, è importante coinvolgere sempre più giovani nel volontariato “anche per lo scambio intergenerazionale che si crea. Io ho imparato tanto dai volontari più esperti, e spero che anche loro abbiano imparato qualcosa da me. Inoltre, con i fratellini dei pazienti — che spesso hanno bisogno di essere seguiti — essere giovani aiuta: ti percepiscono come una figura di riferimento, ma comunque vicina a loro”.

Per chi vorrebbe iniziare, ma ha qualche timore, il consiglio è semplice: provare. “Racconterei com’è un turno tipico: ci sono giochi, libri, strumenti musicali, si passa tempo insieme ai bambini e ai loro fratelli.”

“Il primo turno può essere difficile, ma poi si impara. E si cresce. Il volontariato serve anche a questo: a crescere e a conoscersi meglio”.

Conciliando i suoi impegni universitari con l’attività di volontariato, Ilaria ha trovato in VIDAS un’organizzazione flessibile e accogliente: “Ora faccio un turno a settimana, di circa tre ore, di solito nel weekend. Inoltre, una volta al mese abbiamo un incontro di gruppo con la psicologa: è un momento importante di condivisione e supporto”.

Se ripensa all’anno di volontariato alle sue spalle le è rimasto nel cuore, in particolare, un episodio: “Durante un turno, per la prima ora e mezza ero un po’ spaesata: i bambini dormivano e non sapevo bene cosa fare. Alla fine è uscita una bambina e abbiamo passeggiato, ma non riuscivamo a creare un legame. Poi ci siamo fermate, ho preso un libro e ho iniziato a leggerle una storia, un po’ per me stessa. A un certo punto mi ha guardato in un modo che mi ha fatto capire che si stava creando una connessione. È stato un momento semplice, ma profondissimo”.

Per Ilaria, fare volontariato è importante anche perché permette di riscoprire parti di sé che altrimenti rimarrebbero nascoste: “Viviamo immersi nello studio e nel lavoro, ma dedicare un po’ di tempo agli altri ci permette di esplorare parti di noi che altrimenti resterebbero in ombra. Un lavoro o un percorso di studi non ci definisce come persone. Fare volontariato è un modo per far emergere altre sfaccettature del nostro essere e farle fiorire”.

Fai volontariato in VIDAS 

I volontari VIDAS si distinguono in due tipologie, a seconda del ruolo che ricoprono all’interno dell’Associazione: ci sono i volontari in assistenza e i volontari in promozione. 

Per fare volontariato in VIDAS è necessario superare una fase di selezione e completare un percorso di formazione: se sei interessato a diventare volontario VIDAS, compila il form specificando se vuoi fare volontariato in assistenza o in promozione.

VIDAS può contare su 391 volontari attivi tra ambito assistenziale e ambito di promozione e raccolta fondi. I volontari sono da sempre una delle colonne portanti di VIDAS e grazie alle quasi 7000 ore di disponibilità all’anno offrono un aiuto preziosissimo alle nostre équipe multidisciplinari e all’area Eventi. Grazie!

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