“Tutti hanno una canzone del cuore.” E un musicoterapeuta è lì per cantarla insieme. È quel che fa ogni settimana Letizia Casella, musicoterapista in Casa VIDAS, con il canto e la chitarra, dando possibilità ai pazienti di esprimere le proprie emozioni, richiamare ricordi e condividere la storia di ognuno. “Cantiamo canzoni che hanno amato da bambini o ragazzi, che hanno cantato con figli e nipoti, brani dei loro artisti preferiti. Una volta una paziente mi ha insegnato un canto tradizionale del suo paese e lo abbiamo cantato tutti insieme.”
Letizia propone sedute individuali e collettive, a seconda del bisogno. Nelle sessioni di gruppo raccoglie pazienti e caregiver nella sala comune o, con il bel tempo, in terrazza. “La chitarra è un ottimo strumento di accompagnamento ed è anche capitato che a un paziente, che da anni non ne toccava una, sia tornata la voglia di prenderla in mano e suonarla!”
Per chi ha difficoltà a comunicare a parole, la musica è un mezzo per condividere le proprie emozioni. “L’intervento di musicoterapia utilizza il suono e la musica come mediatori della relazione terapeutica. Entrando in rapporto con i pazienti attraverso l’ascolto musicale e, se la situazione lo consente, la pratica attiva della musica, è possibile fargli sperimentare dei momenti di benessere nel presente, per quanto faticoso possa essere. Quando vedo un paziente molto teso o agitato riuscire ad abbandonarsi alla musica e trovare un momento di serenità mi sento appagata,” afferma Letizia.
“La musica è un linguaggio universale, può superare le barriere della malattia e dell’età”.
Lo stesso discorso vale infatti per i pazienti pediatrici, come sottolinea Silvia Meroni, musicoterapista in Casa Sollievo Bimbi: “Vedere un bambino silenzioso e chiuso riuscire a esprimere le proprie emozioni attraverso la musica è un’esperienza magica. La musicoterapia gli permette di essere se stesso e di sentirsi accolto e amato.”
Con i pazienti più piccoli, spesso nati con patologie che non consentono l’espressione verbale, Silvia utilizza campane tibetane, piccole percussioni e soprattutto l’arpa, “perché si può avvicinare o addirittura posizionare sul lettino dei pazienti, consentendogli di sperimentare in prima persona il suono e di godere delle vibrazioni delle corde. Grazie alla musicoterapia e alla possibilità che offre di poter comunicare senza parole riusciamo a cogliere i mondi interiori dei bambini, la loro espressività, le loro caratteristiche.”
In VIDAS la musicoterapia è parte del percorso di cura dei pazienti. Grazie a professionisti come Letizia e Silvia, la musica diventa una fonte di conforto durante la malattia. Oltre ai benefici fisici ed emotivi, la musicoterapia permette a pazienti e familiari di trascorrere momenti di gioia condivisa, creando ricordi preziosi. Conclude Letizia:
“La musicoterapia non guarisce la malattia, ma offre un sostegno concreto nella gestione del dolore e di altri sintomi. La musica non ha confini e giunge là dove la parola non arriva.”
Questo articolo è stato tratto dal Notiziario VIDAS.
Leggi l’ultimo cliccando QUI