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14.01.2014  |  Volontari

Nuovi volontari, impazienti di iniziare

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Uno scatto dal primo incontro del corso volontari

Uno scatto dal primo incontro del corso volontari

Oggi si terrà l’ultima lezione del corso per nuovi volontari iniziato a novembre. Gli aspiranti volontari ammessi al corso sono stati 28 (selezionati su 50 colloqui, già filtrati da più di 150 telefonate/contatti mail!) e lo hanno concluso in 24 (12 uomini e 12 donne), che hanno frequentato per due mesi con assiduità e passione. Sono tutti ugualmente impazienti di affrontare le prime assistenze, affiancati dai loro tutor (volontari esperti o medici e infermieri).

La selezione, in quanto processo, non si può considerare conclusa: il tirocinio è la prova che aspettiamo! Ma noi responsabili dei volontari siamo ottimiste e soddisfatte del lavoro svolto finora. In particolare vorrei raccontarvi una giornata speciale in cui abbiamo voluto coinvolgere tutti gli aspiranti volontari, dal tema “L’ascolto dell’altro come risposta: le diverse forme di comunicazione nell’accompagnamento alla morte”.

La mattinata è stata dedicata al laboratorio teatrale con l’attrice-regista Lia Gallo che ci ha guidato in un percorso di esercizi di gruppo volti ad affinare l’ascolto, non solo con le orecchie ma con tutti i sensi, a imparare a lavorare in gruppo fidandoci reciprocamente (abbiamo camminato a turno a occhi chiusi con una mano sulla schiena del compagno che funge da guida), a capire il valore di affidarsi all’altro e di lasciarsi andare (un “angelo” al tuo fianco è pronto ad accoglierti e ad abbracciarti quando lo desideri, senza forzature, anche se non sai chi è perché sei ad occhi chiusi).

Nel pomeriggio poi abbiamo fatto delle simulazioni di dialoghi e di situazioni che si possono trovare nelle varie assistenze. Anche in questo caso ci si doveva esporre, mettendo da parte la paura del giudizio pur sapendo che non è facile uscire dal banale ed entrare in empatia. Siamo stati aiutati dalla brava Valentina, psicologa della comunicazione, che ci ha davvero lanciato qualche sfida.

Sfide raccolte dai partecipanti (come potrete intuire dalle nostre brevi descrizioni davvero diversi l’uno dall’altro!), delle cui impressioni vi lascio qualche interessante stralcio.

Gabriele, sempre disponibile e attento confessa

Ho provato diverse emozioni: positive, meno positive e addirittura mi sono commosso. La musica, il movimento, le parole, il contatto, un cocktail assai stimolante. Mi sono sentito a mio agio tanto da poter cercare di superare certi miei limiti, come la paura di essere ridicolo, la riservatezza. Forse era proprio questo l’obbiettivo del laboratorio teatrale, lasciarsi andare, usare la pancia, riscoprire il contatto.

Katia, giovane, sensibile ed emotiva come le sue righe che sembrano poesia

incontrarsi e guardarsi negli occhi, emozionarsi e riconoscersi……giocare e gioire…..L’ascolto, nel rispetto dell’altro con neutralità…………..un angelo vicino alla tua mano silenzioso e accogliente……un abbandonarsi con fiducia …..

Con il suo entusiasmo Giordano conferma che la giornata è stata utile per

approfondire le conoscenze di altre persone che come me hanno scelto un percorso altamente sfidante. Persone che hanno un cuore ed una passione oltre ad un altruismo fondamentale. Persone che a volte non dimostrano le paure, le incertezze, le indecisioni, i sentimenti, ma che vogliono misurarsi anche con se stessi.

Giuseppe, giovane autoironico e simpatico, non si è certo fatto mettere in crisi

Vedere le simulazioni mi ha un po’ sbattuto in faccia le eventuali difficoltà. La cosa ha contribuito ad alimentare i miei dubbi, non mi ha certo levato la voglia di provarci… Poi la dose di incoscienza che ci ha portato da voi rimane…

Stefano, giovane musicista sempre sorridente, è entusiasta per

l’incontro con Valentina, tipa che mi è piaciuta un sacco!! Le simulazioni importantissime, a un certo punto mi sembrava di stare a teatro, nel bene e nel male!! Certo mi hanno fatto venire un po’ di strizza ma è stato anche giusta la terapia d’urto, lo comprendo benissimo.
Ci voleva la musica ad accompagnarmi, la razionalità non aiuta in certi casi.

Marco, già volontario della CRI, nonostante la sua esperienza si sorprende

non dimenticherò mai l’”angelo” e l’importanza sia di sapere che al proprio fianco c’è sempre una persona che ti può aiutare, sia di essere la persona che aiuta.

Daniela, disponibile e accudente, afferma

La parte che mi ha toccato molto è stato il momento in cui mi sono sentita abbracciare dall’angelo e che poi a mia volta ho abbracciato, sono tornata indietro di molti anni, al momento in cui ho perso la mia mamma e le mie amiche più care…… ha lasciato dentro di me una pace immensa.

L’eclettica ed entusiasta Francesca (giovanissima!)

Sperimentare i silenzi, i vuoti, le attese, gli sguardi insomma “tanta roba”….Mi sono accorta che alcune persone del gruppo proprio non le avevo mai viste, sorprendente stare in una stanza per ore e non vedersi.
Le prove pratiche del pomeriggio sono state utilissime, ho sudato mille camicie e fatto di tutto per non essere partecipe delle simulazioni…. Sono emersi, anche se le situazioni inscenate erano forse estreme per alcuni versi, quei piccoli/enormi errori in cui è facile incappare. E non mi han sorpreso tanto gli “errori” in sé, che erano esattamente quelli di cui avevamo già parlato, quelli che ho sempre immaginato nella mia testa, ma il fatto che, pur conoscendoli, sembrava quasi inevitabile fare. L’esigenza di colmare i silenzi e trovare scappatoie per il disagio passando per conversazioni sbagliate… insomma lavoro utilissimo ma sconvolgente a pensarci.

E da ultimo Alberto, ansioso di iniziare, potrebbe riassumere un po’ il senso della giornata:

come dopo aver visto un film, ci pensi, ci pensi, ci pensi. Avete notato che facce avevamo appena arrivati? Eppoi appena le nostre emozioni si sono liberate avevamo perso, anzi guadagnato, dieci anni di vita. Penso che questi incontri ci miglioreranno e impareremo ad affrontare i futuri problemi usando le nostre forze e soprattutto la collaborazione del gruppo.

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