Ti serve assistenza sanitaria?
14.03.2024  |  Cultura

Accabadora: tra storia e mito sardo

Portata alla luce anche dalla scrittrice Michela Murgia, l’Accabadora è una figura enigmatica e misteriosa della cultura sarda che continua a suscitare dibattiti e riflessioni sulla vita e sulla morte.

Condividi

Accabadora: tra storia e mito sardo

In Sardegna, tra le pieghe della sua storia ricca e complessa, si cela un’antica figura conosciuta come l’Accabadora. Questa donna dal ruolo enigmatico ha suscitato fascino e interrogativi per secoli, rappresentando un aspetto unico della cultura sarda.
L’Accabadora, portata alla luce anche dalla scrittrice Michela Murgia nel libro omonimo, emerge evocando un’atmosfera carica di mistero, invitandoci a esplorare le sfumature più profonde del rapporto tra vita e morte.

L’origine del termine Accabadora

La “femina accabadora“, conosciuta anche come “femina agabbadòra” o più semplicemente “agabbadora” o “accabadora“, è una figura della tradizione sarda, anche se non esiste una prova storica definitiva che confermi la sua esistenza.

L’etimologia del termine si intreccia con le radici linguistiche sia del sardo, attraverso l’espressione “s’acabbu“, che significa “la fine“, sia dello spagnolo, con il verbo “acabar“, che significa “terminare“. Per questo il termine “Accabadora” è comunemente tradotto come “colei che finisce“, riflettendo la funzione primordiale di questa figura, che era quella di porre fine alla vita di persone in condizioni di malattia terminale, su richiesta dei familiari o della stessa persona malata.

Chi era l’Accabadora?

L’Accabadora incarnava un ruolo ambivalente: da un lato, era vista come una figura compassionevole, che alleviava le sofferenze dei morenti ponendo loro fine attraverso l’atto di “finire” il loro dolore; dall’altro, generava anche una sorta di timore reverenziale, poiché deteneva il potere di decidere quando e come una persona avrebbe concluso il proprio percorso terreno.

L’Accabadora è stata oggetto di studio e dibattito nel corso del tempo, ma la sua esistenza è ancora oggi oggetto di controversia. Molti studiosi, a causa della mancanza di prove concrete, la ritengono una figura leggendaria. Secondo loro nel tempo si è verificata una sovrapposizione con altre figure femminili che svolgevano un ruolo di conforto nelle famiglie con malati terminali. Queste donne offrivano sostegno e compagnia ai malati senza però avere il compito di porre fine alla loro vita. L’elaborazione mitica potrebbe derivare dalla pratica sarda di utilizzare racconti fantastici per suscitare timore e rafforzare la disciplina sociale.

Chi invece crede nella sua esistenza ritiene che la pratica fosse plausibile, specialmente nelle comunità rurali isolate, dove le famiglie si trovavano ad affrontare numerosi problemi di assistenza a cari malati e non autosufficienti. In tali contesti, l’accesso agli ospedali poteva essere limitato, e quindi le difficoltà di prendersi cura del malato maggiori. La mancanza di prove concrete viene invece attribuita al fatto che, secondo i racconti, l’Accabadora non richiedeva alcun compenso per il suo servizio, poiché ricevere denaro per porre fine alla vita di una persona era considerato contrario ai principi religiosi e morali.L’Accabadora, dunque, è una figura che ancora oggi continua a suscitare interesse, sollecitando interrogativi e riflessioni. Numerosi sono infatti gli storici e gli artisti che hanno tentato di cogliere l’implicazione culturale e i significati più profondi. Tra questi, spicca il libro di Michela Murgia, che è riuscita a offrire uno sguardo approfondito e ricco non solo sulla figura dell’Accabadora ma anche sulla cultura sarda.

Il ruolo dell’Accabadora nella cultura italiana: il libro di Michela Murgia

Della figura dell’Accabadora si è quindi occupata anche Michela Murgia nel suo romanzo omonimo. Pubblicato nel 2009 per Einaudi e vincitore di numerosi premi, tra cui il Super Mondello e il Premio Campiello, il libro racconta la storia di Bonaria Urrai, che nella Sardegna degli anni ’50 si trova a svolgere il ruolo di “Accabadora”, e di Maria Listru, sua “filla de anima”, ovvero bambina che le viene affidata perché la famiglia non è in grado di provvedere al suo mantenimento.

Il romanzo di Michela Murgia si trova dunque ad affrontare due temi importanti: da un lato la maternità “d’anima”, dall’altro quello della morte, offrendo allo stesso tempo uno sguardo intimo e coinvolgente sulla vita nelle comunità rurali sarde.
Un intreccio e un contrasto, quello tra maternità e morte, che è sintetizzato dalla figura di Bonaria: sebbene associata alla morte, la donna assume un ruolo materno nei confronti di Maria e delle persone di cui è costretta a prendersi cura, offrendo conforto e protezione in un momento difficile.
Questo duplice aspetto, cuore del romanzo, mette in luce il conflitto interiore di Bonaria tra la sua funzione sociale e la sua natura materna, evidenziando più in generale la complessità della vita e anche delle relazioni umane. E rispecchiando quindi fedelmente tutte le contraddizioni che questa leggendaria figura incarna.

L’Accabadora come riflessione sull’eutanasia

Il mito dell’Accabadora sarda, figura che avrebbe avuto il compito di porgere fine alle sofferenze dei morenti, solleva questioni cruciali sul fine vita. Indipendentemente dall’esistenza effettiva di questa figura, il suo ruolo stimola numerose riflessioni su tematiche quali l’autonomia individuale, il diritto alla libertà di scelta e l’umanità nella gestione del dolore e del fine vita.

Quel che è certo è che la discussione su tali temi deve partire dalla conoscenza approfondita dei termini e delle loro implicazioni. Per questo noi di VIDAS ci impegniamo ogni giorno a fornire risorse informative e approfondite su argomenti sensibili come l’eutanasia, la sedazione palliativa, la differenza tra malattia terminale e inguaribile. In un mondo dove le questioni legate al fine vita sono sempre più presenti, una comprensione chiara e accurata di queste tematiche può contribuire a dissipare confusione e fraintendimenti, consentendo una discussione più informata e rispettosa.

Scopri tutte le categorie di racconti VIDAS

Operatori
Scopri ora
Volontari
Scopri ora
Donatori
Scopri ora

Scopri tutte
le categorie
di racconti
VIDAS

Novità

La sezione novità è dedicata a te, per rimanere sempre al passo con ciò che succede in VIDAS: qui troverai tutti gli aggiornamenti sulle attività e le nuove possibilità per sostenerci, i prossimi eventi e le iniziative culturali in programma.
Scopri tutti gli articoli

Cultura

Un’intensa attività culturale affianca da sempre quella assistenziale: in questa sezione approfondirai la filosofia ispiratrice di VIDAS e aprirai la mente a una riflessione più ampia su tematiche esistenziali e sociali, sul vivere e sul morire.
Scopri tutti gli articoli
back to top
Stai navigando con Internet Explorer, non tutte le funzionalità di questo sito vengono garantite su questo browser. Per navigare il sito in sicurezza ti consigliamo di usare Chrome, Safari o Firefox.