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16.11.2022  |  Cultura

‘Bella addormentata’, una storia di punti di vista: l’analisi del film di Bellocchio del 2012

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La “Bella addormentata” è un film su Eluana Englaro del 2012, diretto da Marco Bellocchio e interpretato da Toni Servillo, presentato in concorso alla 69ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e successivamente al Toronto International Film Festival. Il film è basato su una storia vera e si svolge durante gli ultimi sei giorni di vita della donna, raccontando le storie di alcuni personaggi direttamente o indirettamente coinvolti nella faccenda e sui temi dell’eutanasia e dell’accanimento terapeutico.

La storia di Eluana Englaro

Prima di parlare del film vi presentiamo brevemente la storia di Eluana Englaro, una giovane ragazza di Lecco che, il 18 gennaio del 1992 – a soli 21 anni – in seguito a un gravissimo incidente stradale fu costretta dapprima in coma e in seguito in uno stato vegetativo durato 17 anni, fino alla sua morte avvenuta il 9 febbraio 2009. In questa condizione la donna non aveva coscienza di sé e del mondo circostante, né tanto meno la possibilità di comunicare o interagire in alcun modo con l’ambiente esterno. Non potendo mangiare, bere o deglutire in autonomia, si proseguì con la nutrizione artificiale.

Per via della situazione disperata di Eluana, dal 1999 i genitori hanno iniziato a chiedere ai medici la sospensione dei trattamenti, sostenendo che la ragazza aveva ripetutamente affermato di non desiderare inutili accanimenti terapeutici se mai si fosse trovata in una situazione del genere. Il processo durò anni, le richieste della famiglia Englaro furono ripetutamente respinte, fino al febbraio del 2009, quando finalmente ottennero il permesso di esaudire le volontà della paziente.

In seguito a questa azione, la Procura della Repubblica di Udine accusò di omicidio volontario aggravato Beppino Englaro, il primario Amato De Monte e gli infermieri che parteciparono all’attuazione del protocollo in conformità con la sentenza della Corte di Cassazione. L’inchiesta fu archiviata solamente nel gennaio del 2010, dopo che una perizia sull’encefalo della paziente confermò che i danni conseguenti all’incidente automobilistico del 1992 erano anatomicamente irreversibili.

Bella addormentata”: la trama del film di Bellocchio

Eluana Englaro, vittima di un brutto incidente stradale che l’ha costretta in uno stato vegetativo per 17 anni, viene trasferita alla clinica “La Quiete” di Udine. Mentre la vicenda della donna rimane sullo sfondo della narrazione per tutto il film, richiamata da spezzoni di notiziari televisivi e immagini di contestazioni di piazza, al centro del film si intrecciano quattro storie diverse: quella di Rossa (Maya Sansa), un eroinomane che ha scelto di morire, e Pallido (Pier Giorgio Bellocchio), il medico che vuole salvarla; quella di Divina Madre (Isabelle Huppert), un’ex attrice che si è ritirata per assistere la figlia in coma e ha intrapreso una vita di preghiera e devozione; quella di Uliano Beffardi (Toni Servillo), senatore del Popolo della libertà, contrario alla legge proposta dal Governo Berlusconi che vieta la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione nei pazienti non in grado di provvedere a se stessi; e quella di Roberto (Michele Riondino), che accompagna il fratello Pipino alla manifestazione a favore dell’interruzione del trattamento di idratazione e alimentazione forzata a Eluana Englaro, innamorato di Maria Beffardi (Alba Rohrwacher), figlia del senatore Uliano, anche lei alla manifestazione ma per sostenere il versante opposto assieme alle associazioni cattoliche.

Il caso Englaro

Quello di Eluana Englaro divenne un caso mediatico e politico che divise la popolazione in due parti: i sostenitori dell’eutanasia, del testamento biologico e dell’interruzione dell’alimentazione forzata e degli accanimenti terapeutici, e i conservatori. La vicenda portò alla luce alcune gravi lacune del sistema giuridico italiano per quanto riguarda le questioni legate al fine vita, riaprendo addirittura il dibattito su un’eventuale legge che prenda in considerazione forme di testamento biologico.

Il significato del film su Eluana Englaro

Ma tornando al film, quella di Bellocchio non è una pellicola sul tema dell’eutanasia e la vicenda di Eluana Englaro serve solo come sfondo. Si tratta piuttosto di una storia che parla di punti di vista, di visioni diverse della vita, di luce e di buio. È un film sulla paura di lasciare e lasciarsi morire, ma anche sulla paura di vivere. Storie apparentemente slegate l’una dall’altra che si fanno metafora delle varie anime coinvolte da una vicenda diventata emblematica, in cui la politica e la religione hanno assunto un peso importante. Lo stesso peso che inevitabilmente assumono nel film, lasciando trasparire la personale visione del regista, tuttavia senza che questi ci imponga di pensarla allo stesso modo.

Anzi, Bellocchio cerca sempre di dare due punti di vista sulla stessa vicenda: il Senatore Beffardi si trova nel bel mezzo di una crisi di coscienza poiché la pensa in maniera opposta rispetto al suo schieramento politico, che gli chiede di votare per fedeltà, senza tener conto della propria esperienza personale con la moglie terminale a cui ha egli stesso staccato la spina; alle idee della figlia Maria fa da contrappunto l’opinione di Roberto; alla Divina Madre si contrappone debolmente il figlio; da ultimo, alla “tossica” Rossa che vuole togliersi la vita si contrappone energicamente il medico Pallido.

In conclusione

In conclusione, il film “Bella addormentata” potrebbe riassumersi in una battuta che il marito della Divina Madre indirizza al figlio, desideroso di forzare la situazione di stallo in cui la sua famiglia sembra essere sprofondata: «Non puoi imporre agli altri quel che pensi sia giusto, è violenza!».

Un’energica presa di posizione a favore della libertà di scelta e di coscienza, oltre che l’affermazione della difficoltà di decidere aprioristicamente su un tema tanto delicato. Tanto più che, come afferma Maria, “L’amore cambia il modo di vedere”.

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