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23.04.2021  |  Pazienti e famiglie

La testimonianza di Angelica: giorno e notte accanto alla mia mamma.

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Nonostante l’emergenza sanitaria ci ha imposto delle restrizioni sugli accessi, in Casa Vidas la nostra scelta è di garantire sempre l’accesso ad un familiare per ogni paziente. Per esperienza sappiamo che la vicinanza di una persona cara per il malato è importantissima, il resto viene dopo.

È un tema a cui siamo tutti più sensibili oggi che abbiamo visto o conosciuto il dolore di tantissime persone condannate a morire nel modo più straziante: sole, in ospedale, lontane dai loro affetti più cari. Ma è anche la sofferenza e l’angoscia di tanti familiari che non possono essere vicini ai loro cari, confortandoli con parole e gesti d’amore.

Per questa ragione il nostro impegno è anche rivolto ai familiari, che trovano in Casa Vidas la possibilità di soggiornare giorno e notte. Le parole di Angelica, che ha potuto vivere in hospice gli ultimi giorni di vita della sua mamma, ci raccontano tutto questo:

La mia mamma ha trascorso gli ultimi 10 giorni della sua vita in Casa Vidas. È arrivata quando la malattia si è complicata, il dolore era grande e le condizioni molto difficili.

Nel cuore sapevo che non avrei avuto molto tempo e passare con lei ogni momento era il mio unico desiderio. Sono rimasta sempre al suo fianco.

Dopo 7 anni di cure, chemio, attese, angoscia, cambio ospedali, visite da altri specialisti alla ricerca della speranza – tutto affrontato insieme – trovare un posto in cui potessi starle sempre accanto, di giorno e di notte, per accompagnarla fino alla fine, è stato fondamentale.

Chi come me ha vissuto la malattia di una persona cara lo sa: poter condividere fino alla fine la sua vita è qualcosa a cui non riesci a rinunciare. Per niente al mondo.

La mamma sapeva che ero con lei e doveva sentire la mia vicinanza. Doveva sapere che l’avevo accompagnata con un amore immenso fino alla fine e l’unico modo per farlo era quello di essere lì con lei fisicamente, passare insieme ogni momento, anche senza parlare, magari guardando un film in camera con lei.

Sono sicura che mi sentisse lì vicino e che fosse felice.

Penso anche che per lei, così, sia stato più facile andarsene. Sicuramente, per me, così è stato più facile lasciarla andare.

La mia mamma non è mai stata sola, abbiamo fatto tutto insieme, dall’inizio alla fine, al suo ultimo respiro.

Abbiamo combattuto una battaglia insieme, affrontando momenti belli e brutte notizie, sostenendoci a vicenda (quasi) sempre con il sorriso.

Non avrei potuto neanche immaginare di non esserle accanto in quel momento: non volevo ricevere una telefonata, volevo essere con lei.

Io ero incinta al sesto mese quando siamo entrati in Casa Vidas, avrei comunque dormito lì in qualsiasi condizione, ma certo trovare un letto comodo è stato un bel sostegno da un punto di vista pratico e secondo me un grande segno di accoglienza. Insieme alla migliore assistenza per la mia mamma, anch’io sono stata accompagnata in questo tratto tanto difficile per la mia vita. Grazie.”

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