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17.12.2020  |  Operatori

Frasi da dire e da non dire ad un malato inguaribile: i consigli della nostra psicologa

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Chi è affetto da una malattia inguaribile vive una condizione di sofferenza fisica e psichica che nessuno può comprendere fino in fondo. Familiari e amici si trovano spesso impreparati quando una persona cara si ammala: come bisogna comportarsi? Quali sono le cose da dire e da non dire ad un malato? Abbiamo affrontato questo delicato argomento insieme a Francesca Brandolini, responsabile dell’area psicologia di VIDAS, che ci ha aiutato a capire qual è il modo migliore per stare vicino ad una persona malata, evitando di dire o fare cose che possano urtare la sua sensibilità o farla soffrire ulteriormente.

Comprendere la sofferenza di un malato inguaribile: cosa significa?

Malattia inguaribile: sono due parole che suonano come una condanna senza possibilità di appello. E se è vero che negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante per garantire a tutti i malati inguaribili assistenza completa e gratuita, resta la complessità di una condizione di vita che nessuno di noi può comprendere fino in fondo sino a quando la sorte non ci mette eventualmente nella necessità di indossare proprio quei panni.

Chi riceve una diagnosi di inguaribilità si trova da un giorno all’altro a dover fare i conti con progetti spezzati, con un futuro a lungo termine che non ci sarà, con sogni che non prenderanno forma, lauree che non si festeggeranno, nipotini che non si conosceranno…

Da un lato c’è il corpo, quel corpo traditore che diventa improvvisamente il proprio peggior nemico e che toglie autonomia, abilità, spesso dignità; e poi ci sono gli altri, quegli altri che non sempre riescono a comprendere e che spesso sono talmente spaventati dalla malattia da non riuscire a vedere nient’altro, condannando anzitempo il proprio caro ad un vissuto di solitudine e impotenza.

E invece un malato inguaribile è innanzitutto una persona viva, che va aiutata a scoprire il valore del tempo che resta, che ha bisogno di essere nutrita non di illusioni ma di speranza, che spesso desidera sentirsi dire la verità, seppur in maniera garbata, senza rimanere imprigionata in una congiura del silenzio. È una persona che va ben oltre il proprio organo malato e che sente la necessità di essere riconosciuta in un’identità complessa e sfaccettata che gli è appartenuta per una vita intera, ma che adesso viene messa in secondo piano, spesso cancellata, dalla propria condizione di malattia.

Di fronte ad una persona che amiamo e che si ammala ci troviamo quasi sempre impreparati, a volte spaventati. Pur mossi dalle migliori intenzioni, cerchiamo di confortarla esattamente con le frasi che lei o lui non vorrebbero sentirsi dire. Viceversa, spesso non troviamo le parole giuste per esprimere la nostra vicinanza e vorremmo sapere quali sono le cose migliori da dire ad una persona malata. Ecco perché con l’aiuto della nostra psicologa Francesca abbiamo stilato un elenco di cinque cose da dire e da non dire ad un malato inguaribile, nel tentativo di fornire uno spunto di riflessione a tutti coloro che ogni giorno offrono il proprio affetto a chi soffre.

5 frasi da non dire ad un malato

#1 – “Ti capisco…”

Come possiamo capire chi si trova in una condizione che noi, auspicabilmente, non abbiamo mai sperimentato? Si comprende la buona intenzione di dimostrare vicinanza emotiva, ma è evidente che nessuno può comprendere lo stato d’animo di chi soffre di una malattia inguaribile.

#2 – “Coraggio, non mollare!”

In questa frase il desiderio di incoraggiare diventa involontariamente un’attribuzione di responsabilità, come se l’esito della “battaglia” dipendesse dalla forza di volontà di chi si è ammalato.  Arriva un momento, prima o poi, in cui invece quella persona ha bisogno di sentirsi autorizzata proprio da chi ama a “mollare”, a lasciare che la malattia faccia il suo corso, senza sentirsi in colpa per aver gettato la spugna.

#3 – “Oggi ti vedo bene!”

Anche se mossa dal desiderio di aiutare l’altro a vedere il bicchiere mezzo pieno, questa frase è un po’ infelice perché solo chi vive dentro di sé la malattia può sapere realmente come si sente in quel corpo che cambia di giorno in giorno.

#4 – “Con la tua stessa malattia, c’è chi sta molto peggio di te…”

Essere consapevoli che altri malati stanno meno bene non è mai di particolare conforto quando si è comprensibilmente concentrati sul proprio dolore.

#5 – “Devi essere forte”

Perché? Chi lo ha deciso? Spesso invece una persona malata ha bisogno di esternalizzare tutta la sua fragilità e non sentirsi giudicato se manifesta le sue comprensibili debolezze. Ci sono altre persone che possono essere forti al posto suo, come familiari, amici e tutto il personale sanitario che si prende cura di lui ogni giorno.

5 frasi da dire ad un malato

#1 – “Io non posso capire fino in fondo come stai… posso solo lontanamente immaginarlo”

Questa frase esprime tutta la consapevolezza dei propri limiti nei confronti di una condizione che solo chi sta vivendo può sapere, ma dimostra anche la volontà di comprendere e stare vicino a chi soffre, rispettando il suo dolore.

#2 – “Se hai bisogno di sfogarti, puoi farlo con me”

Spesso per dimostrare vicinanza ad una persona malata non servono parole, anche il silenzio può essere una cura per la mente e per il cuore, perché chi sta dall’altra parte non ha l’obbligo di dire o fare qualcosa e si sente compreso nel suo dolore. Lasciare quindi la parola all’altro, esprimendo solo la propria disponibilità ad ascoltare, è un buon punto di partenza per entrare in empatia.

#3 – “Come ti senti oggi?”

Per chi soffre di una malattia inguaribile, la qualità della vita è data dal qui e ora, dalle sfide che ogni giorno vengono affrontate, senza guardare indietro né avanti, ma vivendo alla giornata. Questa domanda quindi è ben diversa da un generico “Come stai?”, perché si riferisce alle sensazioni fisiche e psichiche del momento, quelle che davvero contano nella condizione che il malato sta affrontando.

#4 – “Cosa ti andrebbe di fare adesso?”

Anche in questo caso, l’apertura di una domanda lascia all’altro la possibilità di dirci di volta in volta cosa desidera, cosa sente buono per sé in quel momento, in cosa possiamo essergli utili. Non dimenticando mai che ogni giornata, se il corpo lo consente, può essere occasione per assaporare piccoli bocconi di vita vera e autentica.

#5 – “Siamo tutti qui per aiutarti”

Chi soffre di un male inguaribile può provare una grande solitudine, ma anche sensi di colpa verso i propri cari che si prendono cura di lui. Dimostrare vicinanza e sostegno, non solo con le parole ma anche con i fatti, è quindi di grande conforto per una persona malata.

Proprio sulla consapevolezza che la cura del corpo non possa prescindere dalla cura globale del paziente si basa l’approccio assistenziale di VIDAS, che da 38 anni mette al centro il paziente, inteso innanzitutto come “persona umana”, nel percorso assistenziale in cure palliative, sia a domicilio che in hospice. Ecco perché alla medicina palliativa vengono affiancate terapie non farmacologiche,  ma ugualmente necessarie per migliorare la qualità di vita del malato, tra le quali rientrano anche le attività ludiche e ricreative, il sostegno psicologico e il supporto relazionale dei nostri volontari.

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