Assistere un malato in casa significa prendersi carico di tutte le sue esigenze quotidiane, che possono essere di vario tipo e più o meno impegnative, in base ad una serie di fattori familiari, sanitari e caratteriali di chi assiste e di chi viene assistito. La figura di riferimento che si occupa della gestione della persona malata in casa è definita caregiver: è spesso un familiare, ma può essere anche un amico o un badante. Non deve possedere competenze specifiche pregresse, quanto piuttosto la capacità e la volontà di stare accanto a chi soffre, essergli di aiuto nei piccoli gesti quotidiani e interfacciarsi con il personale sanitario. È evidente tuttavia che assistere a domicilio un proprio caro malato richiede un impegno fisico e psicologico importante, determinato dal senso di responsabilità, dalla preoccupazione per la salute del malato e dal legame affettivo che li unisce. Ecco perché le équipe assistenziali VIDAS si occupano anche della formazione e dell’assistenza ai caregiver, fornendo loro tutti gli strumenti e le competenze necessarie per prendersi cura della persona malata: dalle piccole manovre di assistenza fino alla somministrazione di un farmaco, sono tanti i gesti quotidiani che un caregiver deve essere in grado di svolgere in maniera autonoma. Di seguito vi suggeriamo alcuni consigli in merito ai principali compiti del caregiver, soprattutto grazie all’ausilio dei video tutorial realizzati in collaborazione con Elisabeth Jimenez, operatrice sociosanitaria VIDAS, e Nadia Tosi, infermiera in Casa VIDAS.
Le lesioni da compressione, dette anche piaghe da decubito, sono delle lesioni cutanee che si manifestano a seguito di lunghi periodi di immobilità, ad esempio quando la persona malata è costretta a restare a letto per molto tempo. La posizione statica obbliga i tessuti molli a rimanere a contatto con il materasso, causando una compressione dei vasi sanguigni e quindi una bassa affluenza di sangue, con conseguente aumento della pressione e possibile ostruzione dei vasi. Le zone del corpo più soggette a piaghe sono la zona sacrale, i talloni e la parte esterna delle cosce, ma in generale tutto il corpo può essere interessato da vaste zone di compressione. Se non curate adeguatamente, le piaghe possono infettarsi e intaccare anche gli strati sottocutanei, peggiorando lo stato di salute generale della persona malata.
Scopri come prevenire le piaghe da decubito: “Piaghe da decubito: alcuni consigli su come prevenirne la formazione”
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Se il paziente assistito in casa è impossibilitato ad urinare, si procede con la cateterizzazione, ossia con l’inserimento di un catetere nella vescica allo scopo di drenarne il contenuto. Si tratta di un intervento delicato, che deve essere effettuato da personale specializzato, e non privo di rischi, vista l’alta percentuale di possibilità di causare un’infezione urinaria. Il catetere vescicare è composto da un tubicino sottile e flessibile collegato ad un sacchetto per raccogliere le urine, che invece può essere cambiato dal caregiver quando è pieno. Di norma si fa il mattino, ma il paziente potrebbe avere una diuresi abbondante ed è bene verificare durante la giornata se si riempie.
Scopri come sostituire il catetere: “Tutto sul catetere vescicale: come sostituire il sacchetto delle urine a casa”
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Tra i presidi per l’incontinenza urinaria e/o fecale sono da annoverare anche i pannoloni per anziani, da usare in alternativa al catetere. In questo caso assume particolare importanza la scelta della taglia e della tipologia di pannolone più adatta alle esigenze del malato, in modo da ridurre il più possibile il rischio di fuoriuscite di urina. Il presidio assorbente andrebbe inoltre cambiato ogni tre ore circa, eccetto che durante la notte, quando è possibile tenerlo più a lungo per non disturbare il sonno. La sostituzione di un presidio assorbente è un’operazione abbastanza semplice, ma il suo grado di complessità varia a seconda della maggiore o minore capacità del paziente di collaborare.
Scopri come cambiare il presidio assorbente: “Come cambiare il pannolone a una persona allettata e le diverse tipologie di presidio assorbente”
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Tra gli ausili che possono aiutare il caregiver a prendersi cura di una persona non autosufficiente, facilitando le attività di assistenza, vi è anche il letto articolato: senza dubbio uno degli strumenti più importanti. Si tratta di un letto ergonomico che permette alla persona malata di sopportare meglio la prolungata permanenza a letto, adattandosi alle sue esigenze, adeguandosi alle sue necessità di movimento e rendendo più semplici operazioni come la salita e discesa dal letto o la posizione supina. Oltre ad aiutare il paziente stesso, il letto ospedaliero rende più semplici anche le attività di assistenza quotidiana che deve compiere il caregiver, come ad esempio il cambio del pannolone, la somministrazione dei pasti o la sostituzione del sacchetto delle urine.
Scopri tutto ciò che c’è da sapere in merito: “I benefici del letto articolato nell’assistenza ai malati in casa”
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Quando una persona ha una malattia che la costringe a rimanere tutto il giorno a letto, sicuramente i suoi pensieri e le sue preoccupazioni, così come quelle del suo caregiver, sono rivolte a trovare le cure più adatte a guarire o, in caso di malattie inguaribili, a curare ed alleviare i sintomi, al fine di migliorare quanto più possibile la qualità della sua vita. Anche la pulizia di denti, bocca e gengive assurge a questo scopo e non va assolutamente sottovalutata, anche se il malato è incosciente o si nutre solo con alimentazione artificiale. Essa, infatti, serve non solo ad eliminare i residui di cibo e a ridurre il rischio di infezioni e infiammazioni causate dall’azione dei batteri presenti nella bocca, ma anche a garantire un maggior comfort nel paziente, riducendo di fatto il rischio di alitosi e migliorando il suo stato psico-fisico generale.
Scopri tutto ciò che c’è da sapere in merito: “Come eseguire una corretta igiene del cavo orale ad una persona allettata”
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Chi è affetto da una malattia inguaribile, soprattutto se al punto da essere costretto a letto, può andare incontro a problematiche varie, quali malnutrizione, perdita di peso e perdita di massa muscolare. Quest’ultima, in particolare, è molto difficile da affrontare in condizioni di immobilità, ossia quando una persona ha una capacità di compiere dei movimenti ridotta o del tutto assente. Tuttavia, esistono alcuni rimedi per sopperire a queste problematiche, a partire da un’alimentazione studiata e mirata. Attraverso l’alimentazione, dunque, è possibile migliorare le condizioni di una persona allettata, con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita, riducendo il livello di sofferenza e dolore.
Scopri qui come: “Assistenza di un paziente allettato: come gestire la nutrizione”
Gli ultimi dati registrati in merito agli incidenti casalinghi risalgono al 2016 e mostrano che in 12 mesi quasi 700mila persone sono state vittime di un incidente domestico, ossia l’11,3% della popolazione italiana. Le categorie maggiormente a rischio sono le donne, gli anziani, i bambini e i disabili. Mentre gli incidenti più frequenti sono: le cadute, le ingestioni di corpi estranei, le ferite, il soffocamento, gli avvelenamenti e le intossicazioni. Ecco perché è molto importante assumere alcuni accorgimenti generali per realizzare un ambiente domestico sicuro e protetto.
Scopri qui come: “Come prevenire gli incidenti domestici e mettere in sicurezza la casa per bambini, adulti e anziani malati o disabili”
La guida e i video tutorial contenuti in questa pagina non sostituiscono la consulenza del vostro medico curante