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Assistenza di un paziente allettato: come gestire la nutrizione

Assistere una persona malata in casa è un lavoro piuttosto difficile. Se poi la persona assistita è allettata, prendersi cura di lei può diventare ancora più complicato. Gli aspetti che devono essere curati nei minimi dettagli sono davvero tanti: dalla prevenzione delle piaghe da decubito all’igiene del cavo orale, dalla sostituzione del sacchetto delle urine alla messa in sicurezza della casa per prevenire incidenti domestici, dal cambio dei presidi assorbenti all’alimentazione. La gestione nutrizionale di un paziente allettato è una tematica molto delicata e complessa e, anche per i risvolti nutrizionali e psicologici che determina, questo argomento va affrontato con molta attenzione.

Come migliorare le condizioni dei pazienti allettati attraverso l’alimentazione

Chi è affetto da una malattia inguaribile, soprattutto se al punto da essere costretto a letto, può andare incontro a problematiche varie, quali malnutrizione, perdita di peso e perdita di massa muscolare. Quest’ultima, in particolare, è molto difficile da affrontare in condizioni di immobilità, ossia quando una persona ha una capacità di compiere dei movimenti ridotta o del tutto assente. Tuttavia, esistono alcuni rimedi per sopperire a queste problematiche, a partire da un’alimentazione studiata e mirata. Attraverso l’alimentazione, dunque, è possibile migliorare le condizioni di una persona allettata, con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita,riducendo il livello di sofferenza e dolore. Di seguito vi indichiamo alcuni consigli dei nostri esperti VIDAS per approcciare all’alimentazione di un paziente allettato nel fine vita in modo corretto.

I risvolti psicologici dell’alimentazione

Alimentare un malato inguaribile non significa solo “dargli da mangiare”, ma implica anche una serie di altri aspetti, quali il miglioramento della sua qualità di vita, il controllo dei sintomi e del dolore, l’educazione alimentare dei suoi familiari o caregiver. L’approccio delle cure palliative, infatti, prevede una presa in carico globale del corpo, della mente e dello spirito del paziente, oltre che il supporto attivo alla famiglia. È dunque importante coinvolgere i familiari e i caregiver nella gestione della terapia dietetica, attraverso una formazione e un’educazione alimentare.

La gestione nutrizionale di un paziente allettato, inoltre, dovrebbe includere delle strategie per evitare la malnutrizione per difetto, spesso presente in questi pazienti, determinata da un cronico deficit di nutrienti e/o calorie rispetto ai fabbisogni giornalieri. All’occorrenza, per il mantenimento dello stato nutrizionale si possono utilizzare degli alimenti fortificati e/o dei supplementi nutrizionali.

Il ruolo della Nutrizione Artificiale

Se a causa del progredire della malattia il paziente non è più in grado di alimentarsi e idratarsi adeguatamente in maniera naturale, si può procedere attraverso l’alimentazione artificiale. Questa può essere integrata con l’alimentazione per bocca, qualora possibile, oppure essere utilizzata in maniera esclusiva.

La Nutrizione Artificiale (NA), infatti, consente al paziente di acquisire i nutrienti di cui ha bisogno in modo artificiale. Ne esistono due tipologie differenti: la nutrizione enterale, ossia la somministrazione di nutrienti direttamente nel tubo digerente mediante un sondino naso-gastrico oppure mediante una stomia (PEG o PEJ); e la nutrizione parentale, che avviene per via endovenosa, collegando la superficie cutanea esterna ad una vena centrale.

Il tavolino servitore per pazienti allettati

Per agevolare e facilitare l’assistenza e l’accudimento delle persone costrette a letto, esistono diversi ausili utili ed efficaci. Tra questi, di fondamentale importanza per la gestione nutrizionale, c’è il tavolino servitore da letto per pazienti allettati e per disabili. Si tratta di un tavolino servipranzo, proprio come quello dell’ospedale, dotato di ruote e di un ripiano che si può sollevare, avvicinare al letto e porre di fronte al malato.

Questo tavolino è utile per:

Un vassoio servipranzo è dunque utile per gestire la somministrazione del cibo durante brevi o lunghi periodi di immobilità, in quanto offre la possibilità di mangiare a letto in modo comodo e sicuro. I tavolini con rotelle sono ausili indispensabili per servire il pasto a chi non è autonomo e ha bisogno di essere imboccato, ma anche a chi è parzialmente autonomo, in grado di mangiare da solo, ma non può alzarsi e mettersi a tavola.

La gestione nutrizionale dei pazienti allettati in hospice

Fino ad ora abbiamo visto come un parente, un caregiver o un/una badante può assistere in casa una persona allettata, che ha dunque bisogno di aiuto anche per soddisfare un bisogno fisiologico e indispensabile come quello dell’alimentazione. Nei casi in cui il paziente non può essere curato a casa, invece, esistono specifiche strutture residenziali, in cui del personale qualificato si occuperà di lui.

Casa VIDAS e Casa Sollievo Bimbi sono i due hospice di VIDAS che da ormai diversi anni offrono un servizio gratuito di ricovero in degenza, rivolto a malati inguaribili anziani, adulti e bambini. Qui il paziente e i suoi bisogni vengono sempre messi in primo piano e, si cerca di ricreare un ambiente il più vicino possibile a quello domestico. Il personale sociosanitario altamente qualificato è composto da sette équipe multidisciplinari, con figure professionali specializzate in vari ambiti di assistenza. Ad occuparsi della gestione nutrizionale dei pazienti allettati in hospice sono gli operatori socio-sanitari (OSS), figure professionali specializzate nella  cura e nell’accudimento del malato, che perseguono il loro benessere attraverso gesti amorevoli e competenti, con l’obiettivo di soddisfare i bisogni primari del paziente, favorendone il benessere fisico e mentale.

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