Caregiver: contributi, bonus e agevolazioni per chi assiste un o una familiare disabile
Scopri chi sono i caregiver e cosa spetta a chi assiste un o una familiare disabile: bonus, requisiti, contributi economici e permessi previsti dalla legge.
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Accanto a chi convive con una disabilità o una malattia inguaribile, c’è spesso una figura fondamentale: il o la caregiver. Con il termine caregiver si indica chi si occupa quotidianamente di una persona in difficoltà, offrendo sostegno pratico, emotivo e relazionale. È la persona di riferimento con cui operatori e operatrici sanitarie si confrontano lungo tutto il percorso assistenziale. Nella maggior parte dei casi questo ruolo, tanto prezioso quanto delicato, è ricoperto da un familiare, in altri casi coincide invece con la figura di un o una assistente familiare (badante).
Ma cosa spetta a chi assiste un o una familiare disabile o affetto da una grave malattia? Per sostenere e agevolare questo delicato compito, la legge stabilisce una serie di contributi, benefici e bonus rivolti proprio ai caregiver. Scopriamoli insieme.
Indice
Chi è il caregiver: ruolo e requisiti principali
Quando si parla di caregiver, che significa letteralmente “prestatore/prestatrice di cure”, si fa riferimento non a operatori professionali, ma achi, all’interno della sfera affettiva e familiare, si occupa quotidianamente dell’assistenza di una persona con disabilità o con una malattia cronica o inguaribile. Spesso si tratta di un o una familiare: un coniuge, un genitore, un figlio o una figlia. Ma può essere anche un’amica o una persona vicina che sceglie di accompagnare con continuità e dedizione chi affronta una condizione di fragilità. Essere caregiver significa occuparsi delle attività quotidiane e anche assumere un ruolo emotivo, organizzativo e spesso anche decisionale, diventando il punto di riferimento costante nel percorso di malattia.
Per essere riconosciuti come caregiver al fine di ottenere agevolazioni e contributipossono essere richiesti determinati requisiti (che cambiano a seconda dell’agevolazione o del contributo) come, ad esempio, la convivenza con la persona assistita, un legame di parentela diretto, oppure la certificazione dell’invalidità o di una condizione di gravità secondo la Legge 104. In altri casi, è sufficiente che vi sia una relazione continuativa e comprovata di cura, anche in assenza di requisiti formali. Nei paragrafi che seguono vedremo quali aiuti è possibile richiedere e quali condizioni bisogna rispettare.
Vuoi saperne di più? Leggi il nostro articolo dedicato al ruolo del caregiver.
Contributi economici e bonus per caregiver
Per chi, ad esempio, assiste una persona con invalidità al 100%, esistono diversi strumenti di sostegno economico pensati per riconoscere il valore del lavoro non retribuito svolto in ambito familiare e sostenere la persona con fragilità o non autosufficiente. Qui di seguito i principali contributi economici per caregiver e requisiti per accedervi.
Bonus Caregiver: si tratta di un assegno mensile variabile, corrisposto direttamente al caregiver familiare che assiste gratuitamente una persona con disabilità grave o malattia cronica. L’importo e le modalità di accesso possono variare in base alla regione e al Comune di residenza, ma spesso è legato all’ISEE del caregiver e alla gravità della disabilità dell’assistito.
Legge 162: assicura un assegno mensile di circa 800 € per l’assistenza domiciliare. Il contributo può coprire la retribuzione di un/una badante con regolare contratto o i servizi erogati da cooperative accreditate. È necessario il riconoscimento della gravità (legge 104/92) e il progetto individualizzato concordato con i servizi sociali.
Home Care Premium (HCP): l’Home Care Premium è un contributo INPS che rimborsa le spese sostenute per l’assunzione di un/una assistente domiciliare o per servizi di cura erogati tramite enti accreditati. Destinato a persone non autosufficienti, anche con invalidità al 100%, il benefit include sia una quota economica sia servizi socio-sanitari erogati da enti convenzionati.
APE Sociale: il trattamento di anticipo pensionistico dell’INPS è un sussidio economico rivolto ad alcune categorie di lavoratori, che permette di avere 12 mensilità all’anno fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia. Possono ottenere la pensione anticipata i caregiver, i lavoratori disabili con una riduzione della capacità lavorativa almeno del 74%, i lavoratori dipendenti con lavori usuranti con almeno 36 anni di contributi, i disoccupati da almeno 3 mesi che non percepiscono NASpI. I caregiver devono poi possedere i seguenti requisiti: assistere un malato inguaribile da almeno 6 mesi, aver versato 30 anni di contributi e assistere un coniuge o parente di primo grado convivente e con handicap riconosciuto. Se i genitori o il coniuge del parente malato hanno almeno 70 anni o sono a loro volta affetti da patologie invalidanti, il diritto spetta anche ai caregiver di parenti di secondo grado.
Indennità civile: si tratta di un assegno pagato per 13 mensilitàa personecon un grado di invalidità pari o superiore al 74%, con un reddito entro il limite stabilito dalla legge e che non svolgono attività lavorative (o che svolgono un’attività lavorativa con reddito inferiore al limite previsto dalla legge). Oltre all’assegno mensile, l’indennità civile dà diritto a numerosi altri benefici: prestazioni protesiche e ortopediche, iscrizione nelle liste speciali per il collocamento mirato, esenzione dal ticket, pensione di inabilità, indennità di accompagnamento, indennità di frequenza e assegno sociale.
Assegno di accompagnamento: un assegno pagato per 12 mensilità riconosciuto senza considerare né il reddito né l’età del paziente. L’indennità in questione spetta agli invalidi totalmente inabili, che hanno bisogno di assistenza continua: non sono in grado di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, né di svolgere gli atti quotidiani della vita.
Procedura B1 (Lombardia): si tratta di un contributo economico mensile (e voucher socio-sanitario) erogato dalla regione Lombardia e destinato ai disabili gravissimi di qualsiasi età residenti in Lombardia, per promuovere il benessere e la qualità di vita, per favorire la domiciliarità e l’inclusione sociale. Il contributo può essere richiesto solamente da pazienti adulti/anziani con ISEE sociosanitario fino a € 50.000 o da minori con ISEE ordinario fino a € 65.000.
Altri aiuti per disabili: grazie alle regole già decise con la Riforma disabilità, la Legge di Bilancio ha previsto nuovi aiuti per disabili attivi. Si tratta di misure disponibili sia come aiuti per disabili nelle scuole, che come contributo per il supporto domiciliare figli o le altre numerose agevolazioni fiscali per gli invalidi.
Prestazione Universale assistenziale per il sostegno delle persone anziane: è anche possibile richiedere all’INPS la Prestazione Universale assistenziale per il sostegno della domiciliarità e dell’autonomia delle persone anziane, una misura al momento sperimentale e destinata agli ultraottantenni non autosufficienti con un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un ISEE sotto 6.000 euro.
Tra gli altri vantaggi economici destinati a chi si prende cura di una persona disabile in casa vi è anche quello di poter dedurre dalla dichiarazione dei redditi una parte delle spese mediche e di assistenza, tra cui anche i contributi versati per la/il badante.
Tutte le misure, dal Bonus Caregiver alla Legge 162 possono fare la differenza per chi cura ogni giorno non solo con le mani, ma con il cuore. Per approfondire le modalità di presentazione delle domande, ti consigliamo di consultare il sito dell’INPS o di rivolgerti ai patronati locali.
Permessi lavorativi e agevolazioni per chi assiste un familiare
Cosa spetta a chi assiste un familiare con la 104? La legge 104/1992 riconosce specifici diritti e tutele ai caregiver che si prendono cura quotidianamente di una persona con disabilità grave. Tra questi, rientrano permessi retribuiti, possibilità di congedo, flessibilità nella sede di lavoro e protezione da trasferimenti o turni indesiderati. Vediamoli nel dettaglio.
Legge 104: la legge numero 104 del 5 febbraio 1992 garantisce il diritto di fruire di tre giornate di permessi retribuiti al mese, da utilizzare intere o frazionabili a ore, allo scopo di assistere il familiare malato. Ne possono fare richiesta i caregiver che siano parenti del paziente entro il II grado di parentela, o entro il III grado se genitori o coniuge sono ultrasessantacinquenni.
Congedo straordinario retribuito di 2 anni: oltre ai permessi mensili, la legge prevede anche la possibilità per il caregiver di usufruire di un congedo straordinario retribuito, della durata complessiva di due anni nell’arco della vita lavorativa. Questo periodo di assenza può essere richiesto anche non continuativamente e ha l’obiettivo di permettere una presenza continuativa accanto al familiare in condizioni di grave disabilità.
Sede lavorativa più vicina al domicilio: chi assiste un familiare malato ha diritto a richiedere l’assegnazione presso la sede lavorativa più vicina al domicilio della persona assistita. Questo diritto permette di ridurre gli spostamenti e di garantire una maggiore presenza e continuità nell’assistenza.
Tutela contro trasferimenti e turni di notte: i caregiver non possono essere trasferiti in una sede diversa da quella abituale senza il proprio consenso. Inoltre, hanno la possibilità di rifiutare l’assegnazione a turni notturni, per evitare un ulteriore aggravio fisico ed emotivo nella gestione dell’assistenza familiare.
Agevolazioni specifiche per chi assiste minori malati
Se ci si occupa di un minore con malattia grave o disabilità invalidante, esistono invece una serie di tutele specifiche pensate per alleggerire il carico assistenziale e tutelare il nucleo familiare. Ecco quali sono:
Bonus asilo nido e per forme di assistenza domiciliare: un contributo economico riservato anche ai genitori di minori affetti da patologie croniche o invalidanti che impediscono la frequenza del nido. Il bonus può arrivare fino a 1 500 € annui, erogati sotto forma di rimborso per rette sostenute o per servizi a domicilio autorizzati. La domanda va presentata online all’INPS, allegando la documentazione medica che attesti la gravità del quadro clinico del bambino.
Astensione facoltativa dal lavoro per caregiver familiari di minori: il genitore o caregiver che assiste un bambino gravemente malato può usufruire dell’astensione facoltativa dal lavoro fino ai 3 anni del minore. In alternativa, è possibile optare per due ore di permesso giornaliero retribuito durante la stessa fase, contribuendo a garantire presenza costante e assistenza in famiglia.
Come diventare caregiver e richiedere i benefici
Se ti stai domandando come si diventa caregiver, è importante sapere che non esiste un percorso formaleo una certificazione specifica che sancisca ufficialmente questo ruolo. In Italia, infatti, il riconoscimento del caregiver familiare non è ancora regolato da una legge organica che ne definisca diritti e tutele in modo uniforme. Eppure, ogni giorno, milioni di persone si prendono cura di un familiare con disabilità o una malattia grave, occupandosi non solo delle necessità pratiche, ma anche dell’aspetto emotivo e relazionale della cura.
Essere caregiver significa assumersi una responsabilità quotidiana fatta di piccoli e grandi gesti: dalla somministrazione dei farmaci all’accompagnamento alle visite mediche, dalla gestione burocratica alla semplice ma fondamentale presenza accanto a chi è fragile. Pur in assenza di un riconoscimento formale, chi assiste una persona malata in condizioni di non autosufficienza può accedere a una serie di benefici previsti dalla normativa vigente.Per farlo, è necessario che l’assistito o l’assistita sia stato/a riconosciuto/a in condizione di disabilità grave secondo i criteri stabiliti dalla Legge 104. Questo è il requisito indispensabile per poter richiedere i principali contributi economici, permessi lavorativi e altre agevolazioni dedicate a chi si prende cura di un familiare.
Come VIDAS sostiene i caregiver nella vita quotidiana
Oggi i caregiver familiari sono più di 7 milioni, per il 60% donne. Solitudine, disorientamento, stanchezza e impotenza sono dimensioni che sperimentano quotidianamente. Il caregiver burden e il caregiver burnoutsono, infatti, tra i rischi più grandi. In VIDASriconosciamo e sosteniamo il ruolo del caregiver con concretezza. Chi si prende cura di un familiare con una malattia inguaribile non è solo una figura di riferimento per la persona assistita, ma ha bisogno a sua volta di essere riconosciuto, ascoltato e supportato. Per questo non ci occupiamo solo di garantire cure palliative gratuite a chi ne ha bisogno, ma anche di dare supporto all’intero nucleo familiare e in particolar modo al o alla caregiver. Offriamo, infatti, ascolto e dialogo costante, supporto pratico per gestire il quotidiano e una sezione di risorse e informazioni utili dedicati ai caregiver.
Prendersi cura di un’altra persona è un atto d’amore immenso, ma può trasformarsi in una fonte di stress profondo. VIDAS è al fianco di chi cura, con servizi concreti e una presenza umana: per alleggerire il peso del ruolo, restituire serenità e costruire una relazione più qualificata tra caregiver e persona assistita.
Se vuoi approfondire o accedere ai nostri servizi di sostegno per caregiver, contattaci: c’è sempre una mano pronta ad accompagnarti.
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